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House of Cards, la recensione del gran finale:  Robin Wright non fa rimpiangere Kevin Spacey (No Spoiler)

Abbiamo visto tutti gli otto episodi della sesta e ultima stagione della serie

06.11.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Ci mette poco la nuova stagione di House of Cards, la sesta e ultima, ad avvolgere lo spettatore dirigendolo verso l’unica destinazione possibile: il binge-watching. In fondo bastano solo otto ore adesso che i nuovi episodi sono già disponibili integralmente anche in Italia. L’uscita di scena del personaggio di Kevin Spacey, che va a braccetto con il licenziamento dell’attore, aumenta la curiosità e la voglia di stare a guardare: “chissà come se la caveranno senza il protagonista?” pensiamo mentre ci sintonizziamo sui nuovi episodi. E la risposta arriva immediatamente, bastano pochi minuti: se la cavano benissimo

 
Le parti più interessanti del capitolo finale sono quelle in cui vengono esplorate le conseguenze della presenza di una donna alla Casa Bianca. Vedere l’odio che questa figura può far scattare nella società americana: un sentimento, l’odio, che viene alimentato dai media con trasmissioni condotte perfino da donne che non esitano a usare le parole peggiori e scagliarle contro la loro comandante in capo. Il personaggio di Robin Wright viene visto da gran parte dell’opinione pubblica come una persona fragile ed emotiva, semplicemente perché donna e dunque imperfetta come leader del mondo libero. 

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Il personaggio di Claire Underwood (Claire Hale come lei stessa si rinomina) in realtà ha ultimato la sua scalata al potere, sempre genio del male sotto la superficie, ma anche un capo di stato in grado di fare la cosa giusta: sbarazzarsi di tromboni poco adatti a far parte del suo consiglio per riempirlo invece di elementi più giovani. Nel suo caso riempirlo di donne. Intiuiamo che se si liberasse dei demoni del suo passato, la Underwood ci convincerebbe perfino di essere un buon comandante in capo. Ma il fantasma del marito morto è difficile da ignorare, dato che la sua presenza viene percepita da tutti – noi spettatori e loro i personaggi - dal primo all’ultimo minuto della nuova stagione.

La verità è che fare fuori Frank Underwood non è stato affatto un male. Al di là delle vicende personali di Spacey, il personaggio aveva esaurito la benzina e già dalla terza stagione aveva lasciato spazio alla moglie, senza dubbio la più forte e la più interessante del mazzo. 
 
I vecchi avversari della protagonista non sono più all’altezza di quelli che erano un tempo. Il giornalismo è cambiato e nell’epoca delle fake news sono le corporation a decidere cosa pubblicare e cosa insabbiare. Lo sanno bene i reporter che abbiamo conosciuto nel passato della serie e che ritroviamo in questi ultimi episodi come poveracci isolati e costretti a vivere nella paura. House of Cards 6 velocizza inevitabilmente i ritmi: colpa anche di una stagione che respira solo attraverso otto episodi, cinque in meno dello standard della serie. Poco interessante è la trama che vede la presidente contro i suoi nuovi nemici Campbell Scott, Diane Lane e Greg Kinnear, un trio di mostri del potere che vuole manovrarla come un burattino ma che a poco a poco –  nemmeno troppo lentamente – viene scaricato dagli sceneggiatori. Più avvincente invece il modo in cui la Underwood gestisce il suo passato, muovendo ancora una volta tutti quelli che le stanno attorno come pedine su una scacchiera. E puntando allo scacco matto che avviene negli ultimi secondi della serie. 

 
Robin Wright è perfetta, finalmente nel posto che le spetta: in prima linea. La sua figura e il suo look contribuiscono a renderla un’icona della TV. L'intelligenza e la perfidia del suo personaggio la scolpiscono una volta per tutte nella storia della serie: uno dei cattivi a cui paraddosalmente vogliamo veramente bene. Vorremmo passare più tempo con lei, ma gli autori ci mostrano solo la superficie delle grandi cose che invece potrebbero fare con questo personaggio. Non c’è tempo di approfondire ulteriormente, House of Cards deve chiudere i conti: negli ultimi episodi l’orizzonte si restringe e tutto diventa un semplice faccia a faccia tra Madame President e Doug Stamper (l’attore Michael Kelly) quello che lei definirà, e nemmeno tanto per scherzo, “la vera moglie di suo marito”.
 
House of Cards 6 prova ad alleggerire il carico di una serie che era già arrivata al capolinea, appesantita da uno schema narrativo ripetitivo: quello di un cattivo al potere che alla fine di ogni episodio rischia di perdere la sua posizione ma che in ultimo riesce sempre a farla franca. Dopo il licenziamento di Spacey i realizzatori provano a buttare una chiave inglese dentro un motore in avaria per farlo ripartire. Forse è troppo tardi, ma ci riescono: la nuova protagonista ha tutte carte in regola per reggere la serie nel futuro. Uno show che ci piacerrebbe continuare a guardare e che probabilmente non arriverà mai.

House of Cards va in onda su Sky Atlantic. Tutti gli otto episodi della sesta stagione saranno disponibili per la prima volta su Sky Box Sets e su NOW TV.