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"Hannibal"

"Hannibal"

Hannibal

10.02.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) è di nuovo a piede libero, e si nasconde nella biblioteca Capponi, a Firenze, sotto le false spoglie di un elegante uomo di cultura. Sulle sue tracce si trova ancora lagente dell F.B.I. Clarice Starling (Julianne Moore), caduta in disgrazia professionale e perseguitata dal suo corrotto superiore Krandler (Ray Liotta); ma soprattutto Hannibal è ricercato dall\'infido magnate Mason Verger (Gary Oldman), sfigurato dallo stesso Lecter anni prima. Il primo a capire però la vera identità del pericoloso criminale è Rinaldo Pazzi (Giancarlo Giannini), commissario della procura di Firenze. Il cerchio intorno ad Hannibal inizia a stringersi: Pazzi, infatti, lo incalza con laiuto di Verger, che ha assoldato una banda di rapitori professionisti per prelevarlo e potersi vendicare con delle torture ignominiose. Al momento culminante però lastuto ricercato riesce a sfuggire alla cattura e lasciare dietro di sé una lunga scia di sangue. Rifugiatosi nuovamente in America, Lecter riprende i contatti con Clarice, ma proprio la sua ossessione per la donna lo farà cascare nella trappola di Verger, che insieme a Krandelr ha usato la ragazza come esca inconsapevole. Toccherà allora proprio alla Starling tentare di salvare il maniaco dal suo nemico ed assicurarlo nelle mani della giustizia.   Il commento Nel panorama della cinematografia americana non riusciamo a trovare nessun autore che, in quanto a discontinuità, sia paragonabile alla figura di Ridley Scott; data questa premessa, sembrava quasi scontato che dopo un bellissimo film come Il Gladiatore ne facesse seguito uno in tono minore: purtroppo la previsione si è rivelata fondata. Dobbiamo precisare però che se Hannibal non funziona, il minor responsabile è forse proprio il suo regista, che ha diretto questa pellicola con grande raffinatezza ed un senso forte del cinema, per certi versi molto lontano dalla vigoria adottata nel colossal con Russell Crowe. La prima parte, ambientata in Italia, è davvero molto affascinante, e questo grazie allocchio insolito ed elegante con cui Scott ha scelto di raffigurare Firenze. Il vero problema del film è che dal pessimo romanzo di Thomas Harris non si poteva trarne niente di buono: i vari sceneggiatori che si sono succeduti nella stesura della storia (alla fine sono rimasti i crediti solo a David Mamet e Steven Zaillian) non hanno saputo distaccarsi dalle vicende narrate sulla carta, a parte il finale reso meno ridicolo; ne è risultata una sceneggiatura che non approfondisce i personaggi, non sviluppa una trama coerente (il film è letteralmente spezzato in due), non fornisce momenti di vera tensione, e soprattutto svilisce la bella figura di Lecter in una sorta di Dandy che ogni tanto squarta e sgozza senza apparenti motivazioni. Per fortuna ci sono attori come Hopkins e Julianne Moore che sanno rendere accettabili tutti i personaggi che interpretano. E sempre a proposito di figure poco credibili, dobbiamo dire che i veri cattivi della pellicola, Verger e Krandler, sono davvero inaccettabili, sia per la pochezza della loro psicologia che nella scelta degli attori: Gary Oldman riesce ad essere gigione anche sotto tre centimetri di lattice! Per concludere, vogliamo però rivolgere un caloroso applauso, privo di senso di campanilismo, alla bravura di Giancarlo Giannini, di gran lunga il migliore sulla scena: con le sole espressioni del volto ha saputo rendere molto più complessa e credibile linteriorità tormentata dellispettore Pazzi, forse unico personaggio umano (perciò interessante) di tutta la vicenda.   Il giudizio Linconsistenza della trama e dei personaggi rende inutile leleganza della regia di Ridley Scott e la bravura degli attori. Ne rimane un film bello da vedere e con dei momenti molto forti, ma sgangherato e senza vera tensione.   In sintesi Vista la pochezza del materiale di partenza (romanzo e sceneggiatura), è già un miracolo che ne sia venuto fuori solo un film confuso.