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Gli abbracci spezzati - La nostra recensione

A tre anni da uno dei suoi grandi capolavori, Almodόvar torna al cinema con una storia di cinema nel cinema che si dipana in due piani temporali differenti. Dal 13 novembre.

Gli abbracci spezzati - Penelope Cruz

11.11.2009 - Autore: Adriano Ercolani
A tre anni da uno dei suoi grandi capolavori, “Volver”, Pedro Almodvar torna con un film altrettanto personale, una storia di cinema nel cinema che si dipana in due piani temporali differenti, i primi anni ’90 ed i nostri giorni. E’ infatti nello scorso decennio che si consuma la tragica storia d’amore tra l’attrice Lena (Penélope Cruz) ed il regista Mateo (Lluìs Homar), ostacolata dal compagno/padrone di lei, un ricco industriale dai sentimenti morbosi e disposto a tutto per trattenerla contro la sua volontà.

Penelope Cruz in Gli abbracci spezzati

Su questa trama principale si innestano poi una molteplicità di sottotrame che rende l’impalcatura classica del melodramma sfaccettata, complessa. L’impressione che si ricava dalla visione de “Gli abbracci spezzati” ( è che rispetto al suo cinema migliore Almodvar ha realizzato un’opera troppo “fredda”, che si concentra molto sullo sviluppo della trama (e del genere di appartenenza) e tralascia di sviluppare con la solita pienezza la vita interiore e l’umanità dei suoi personaggi. Anche la confezione del film, anche se ineccepibile, non aiuta ad entrare in empatia con le figure messe in scena: soprattutto la fotografia sempre elegantissima del messicano Rodrigo Prieto contribuisce a creare un senso di distacco che in molte scene appare straniante.

Pedro Almodovar sul set de Gli abbracci spezzati

Incastrato in una serie di inquadrature visivamente stupende, in una sequenza di movimenti di macchina sinuosi e molto ben articolati, “Gli abbracci spezzati” non riesce però a comunicare allo spettatore il senso di calore ed umanità del cinema più emozionante di Pedro Almodvar. In questo caso ci troviamo di fronte ad un lungometraggio “costruito”, che lavora smaccatamente sulle metafore senza però inserirle coerentemente in un’opera che sappia avvalorarle con il suo spessore drammatico. Anche i costanti, espliciti riferimenti alla storia del cinema che il cineasta spagnolo ama di più alle fine risultano meccanici, forzati, e conseguentemente non si inseriscono con equilibrio all’interno della trama.

Pedro Almodovar e Penelope Cruz

Certo, poi Almodvar rimane un genio di cinema, e realizza almeno un paio di scene di impatto e di altissima fattura cinematografica. Questa volta però la sua volontà di riflettere sul suo lavoro di cineasta e di raccontare il suo amore per il cinema sovrastano il resto, e ne viene fuori un lavoro non omogeneo, troppo sbilanciato in favore della riflessione teorica sul mezzo/cinema.

"Gli abbracci spezzati" sarà distribuito dalla Warner Bros. a partire dal 13 novembre.


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