NOTIZIE

Getaway - La recensione in anteprima

Ethan Hawke veste la giacca che fu di Cruise nella Guerra dei Mondi, ma il risultato e' ben altro disastro...

La recensione di Getaway<br>

19.09.2013 - Autore: Mattia Pasquini
E' raro, nel criticare un film, riuscire ad ottenere un plebiscito concorde da parte degli spettatori chiamati a giudicarne la qualita'; paradossalmente, forse, e' piu' facile che questa omogeneita' di vedute si verifichi nel caso di titoli particolarmente convincenti o costruiti per il successo. Possiamo quindi annoverare come il maggior risultato di questo Getaway il fatto di esser riuscito a mettere d'accordo tutti - fatta salva (buon per la produzione) una parte di pubblico pagante, probabilmente soddisfatto nella sua ricerca di adrenalina e car-crash - su un verdetto negativo particolarmente roboante.



Il 2% di approvazione della critica (su 106 recensioni) raccolto dal popolare sito Rotten Tomatoes e' emblematico in questo senso, ma l'incredulita' resta. Soprattutto dopo la visione del film. Il fatto che i due sceneggiatori - Sean Finegan e Gregg Maxwell Parker - fossero all'esordio puo' essere una parziale spiegazione, ma non necessariamente. Come anche il fatto che le due predenti regie di Courtney Solomon (An American Haunting del 2005 e Dungeons & Dragons del 2000) fossero state ugualmente da dimenticare e dimenticate non era esattamente quella che si chiama una promettente premessa.

La maggior parte dei 90 minuti di film, cosi', scorrono (e non corrono, nonostante il tema di fondo) in un estenuante, e per buona parte insensata, carrellata di scene, come potreste trovare in qualsiasi Real-tv o compilation di YouTube.
Mancano il divertimento o il feticismo automobilistico che han fatto grandi altre saghe, e anche l'adrenalina lascia presto il posto alla noia, nella ripetizione ossessiva di scontri e manovre suicide. Anche i due interpreti, particolarmente mal assortiti (piu' - detto senza alcun tipo di pregiudizio - per responsabilita' della Gomez, imbambolata e fuori luogo, che di un indifendibile Ethan Hawke), concorrono alla monotonia generale. Ma obiettivamente per tirare fuori emozioni e dinamismo (narrativo, si intende) da una vicenda sviluppata dentro un abitacolo servivano - a livello di idee, interpretazione e di montaggio - ben piu' che stunt e coreografie.