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Genius – La recensione della serie su Einstein prodotta da Ron Howard

Geoffrey Rush interpreta il geniale fisico che sviluppò la teoria della relatività in un biopic storico che arriverà su Sky l'11 maggio

Genius

08.05.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Di prove che la televisione ormai non ha nulla da invidiare al cinema in quanto a sforzo produttivo ne abbiamo avute tante negli ultimi anni. Ma vedere Genius, la nuova serie prodotta da Ron Howard, dà una piccola riconferma di questo dato. Non che i biopic in TV non siano mai stati fatti, ma Genius applica, nel bene e nel male, le convenzioni del film biografico adattandole alla serialità, ma senza stravolgerle.
 
È un dato interessante, al di là della qualità dell'opera in sé. Laddove un tempo il piccolo schermo era inteso come un mezzo per semplificare la narrazione cinematografica, oggi questa è stata fagocitata e interiorizzata, e viene messa in scena, come si diceva, anche grazie a uno sforzo produttivo che non guarda più alle limitazioni della TV ma a come superarle. Genius, nella fattispecie, combina una ricostruzione storica notevole – con esterni in computer graphic quasi impeccabili nel ricreare la Germania dei primi del Novecento – e una narrazione non lineare eppure fluida. Si passa costantemente dall'età adulta di Einstein (Geoffrey Rush) tra il 1922 e il 1932 (ovvero gli anni dell'ascesa di Hitler), alla sua adolescenza e formazione a fine Ottocento (in queste scene è interpretato da Johnny Flynn). Il che è più che mai azzeccato per raccontare la storia dell'uomo che sviluppò la teoria della relatività.

 
Genius non nasconde di aver preso in prestito qualche idea da La teoria del tutto. L'approccio è in parte simile: non mancano gli amori del giovane Albert, corse in bicicletta per idilliache cittadine mitteleuropee, dialoghi fin troppo infarciti di frasi ad effetto. Quest'ultimo difetto, tuttavia, è comune a molti biopic, che spesso sentono il bisogno di calcare la mano sul peso storico di ciò a cui stiamo assistendo facendo pronunciare ai personaggi battute che sembrano scolpite in pesanti blocchi di marmo.
 
Per fortuna che questo tocca soprattutto alla parte delle “origini” di Einstein, mentre quando lo vediamo a Berlino da adulto le cose si fanno più interessanti. Sarà per la solita, inattaccabile bravura di Rush, che ha lo sguardo furbetto giusto. Sarà per una certa tensione nel vedere la Germania cadere giù dal baratro del totalitarismo. Ma di certo vogliamo vedere più di questo che non del giovane e scapestrato Albert. Inoltre, a differenza de La teoria del tutto, Genius non smussa più di tanto gli angoli spigolosi della personalità di Einstein, cercando invece un ritratto più onesto. Operazione ovviamente facilitata dal fatto che il fisico è morto da sessant'anni.

 
Il primo episodio della serie è diretto da Ron Howard e arriva fino alla partenza di Einstein per gli Stati Uniti. I prossimi nove episodi ne racconteranno presumibilmente il coinvolgimento nello sforzo bellico americano e nel Manhattan Project. La seconda stagione della serie, già programmata da National Geographic, si concentrerà su un altro “genio” della storia.

Genius, la prima serie TV prodotta da Nationa Geographic, arriverà in Italia l'11 maggio su National Geographic HD, canale 403 di Sky.

 
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