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FANTASMI DI MARTE

Anno 2176, Marte è invasa dagli esseri umani. Più di mezzo milione di persone lavora nei cantieri disseminati sul pianeta rosso, sfruttandone le risorse. Ma qualcosa va storto.

Festival Venezia

14.04.2003 - Autore: Simone Godano
Ghosts of Mars è un film "droga". Dal primo all'ultimo minuto le immagini sono accompagnate da una musica tecno, dub, elettronica composta come sempre dallo stesso regista. Carpenter gioca con il montaggio, la regia, la scenografia e la musica. Crea una sorta di viaggio allucinante per lo spettatore, che in sala ha la sensazione di essere drogato, come alcuni dei protagonisti del film. Un piccolo "trip", esaltante durante la proiezione, ma che perde il suo effetto alla fine, come tutte le droghe. Chilogrammi di suono, luci distorte, rosso, solo rosso, sempre rosso, effetti, sparatorie, immagini che si ripetono. Un bombardamento del nostro cervello che, nonostante tutto, riesce a seguire l'esile narrazione della storia, fatta di flash-back nei flash-back, perfettamente incastrati dal regista americano. Divertente, poco rilassante, con alcune scene molto "forti", il film è stato definito dallo stesso regista "un horror di fantascienza, che tuttavia è anche un film western, ma non lo dite a nessuno". Da questa dichiarazione vengono alla luce le influenze che tutto il suo cinema ha subito. Chiari i riferimenti a geni del passato come Hawks e Ford, e a maestri della nostra epoca come Lucas e Spielberg, ma anche al suo cinema violento, cupo e affascinante che ha in "1997- Fuga da New York" il suo manifesto. Insomma, dopo tanti tentativi, forse questo è uno dei più riusciti film su Marte, un pianeta che poco gradisce il Cinema. Ma si tratta anche di un lavoro basato sulla formula cinema=intrattenimento. Un puro spettacolo di un grande regista.