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Escape Plan – La nostra recensione

Lo spettacolo di Stallone & Schwarzenegger: un prison movie solido e nostalgico

Escape Plan - Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger

18.10.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Sly & Arnie finalmente insieme appassionatamente. Non si tratta, infatti, di uno dei soliti cameo autoironici organizzati a tavolino per la serie I mercenari, questa volta Stallone e Schwarzenegger hanno realizzato un vero e proprio film in cui i loro personaggi non riuscirebbero ad andare avanti se in qualsiasi momento smettessero di aiutarsi a vicenda.



Questa è la loro grande fuga: li ritroviamo intrappolati in un carcere inviolabile – di cui nemmeno loro conoscono l'ubicazione – pronti a indagare su ogni tipo di informazione per completare il loro puzzle cognitivo e tagliare la corda il prima possibile. Escape Plan - Fuga dall'inferno non è una pellicola fracassona che va avanti puntando su esplosioni e one liner umoristiche usate per chiudere lo spettacolo. Piuttosto siamo davanti a un solido action thriller vecchio stile: un film che sembra uscito dagli anni Novanta, con un'ambientazione claustrofobica, un cattivo che non delude (il sempre bravo Jim Caviezel nei panni del direttore spietato) e tono e ritmo che procedono senza eccedere in velocità, di pari passo in crescendo verso un finale con i fuochi d'artificio. Lo humour di certo non manca – basta vedere i due protagonisti insieme nell'inquadratura per ritrovarsi con un sorriso sulla faccia – ma rimane sempre sotto forma di retrogusto: non viene mai messo in primo piano, perché questo incontro tra le due colonne portanti del cinema action di fine millennio è un “divertissement che si prende sul serio”.

Al cinema il buon vecchio Sly era già evaso almeno un paio di volte – lo ricordiamo in Sorvegliato speciale e Tango & Cash – e la cosa provoca uno strano effetto mentre lo si vede fare a cazzotti con le guardie corrotte: tre decadi dopo la sua stazza si è allargata ed è diventato meno agile, ma di certo l'attore ha guadagnato una dosa extra di carisma da “vecchio saggio”. Arnold invece, si occupa della parte ironica, e per farlo gli basta muovere quasi impercettibilmente i muscoli della faccia. Più legnoso a livello fisico, ma più espressivo in quanto a carisma e humour. La verità è che questi due ruoli calzano a pennello a entrambi: da una parte la vittima che viene ingiustamente incarcerata, dall'altra il prigioniero esperto, colui che ti procurerebbe qualsiasi cosa per sopravvivere all'interno del carcere. Una specie di Morgan Freeman ne Le ali della libertà, avvolto da una montagna di muscoli e pronto a usarli in qualsiasi momento.



Dietro la macchina da presa Mikael Hafstrom (ha diretto 1408) si assicura di restare il più possibile con i piedi per terra: nonostante l'umanizzazione, i suoi eroi non sono di certo “comuni mortali”, eppure non sono nemmeno esenti da ammaccature alla loro età. Forse non sarà un film leggendario, ma certamente mai deludente.

Escape Plan è distribuito da 01 Distribution.