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E morì con un felafel in mano

Dirk, l'omosessuale isterico alle prese con il suo coming out, l'amica lesbica e femminista o meglio, l'integralista del separatismo lesbico, un cultore della tintarella albina poi tossicodipendente, quella bisex e potenziale suicida.

E morì con un Felafel in mano

15.11.2001 - Autore: Domitilla Ferrari
Cazzo, cazzo merda! Sicuramente neppure a voi verrebbe di dire nientaltro trovando un vostro amico, morto, sulla poltrona davanti la tv, per di più con un felafel in mano e la tahina che gli cola giù per il braccio. Per chi non lo sapesse il felafel è un piatto mediorientale, una pitta ripiena di polpette di verdure condite con salse diverse, tra cui quella di sesamo e ceci. Flip (Brett Stewart) è davanti al televisore, il volume è così alto che Danny (Noah Taylor) non riesce a dormire e sbraita appellandosi alle norme civili di convivenza affinché lui lo abbassi. E evidente che, a questo punto, il volume dovrà abbassarlo da sé. Danny è alla sua 49esima convivenza e fin qui tutto gli era capitato tranne di trovare un suo amico morto, con un felafel in mano. Il film inizia così, poi il feedback ci porta a nove mesi prima. Denny è alla sua quarantasettesima coabitazione, non male a trentanni. Vive nella Brisbane tropicale in coabitazione con un numero eccessivo di maschi alle prese con i segreto per fare impazzire le donne, e con Sam (Emily Hamilton). Volete conoscere il trucchetto per far impazzire le donne? Per questo dovrete aspettare la fine del film perché si tratta di \"un segreto molto speciale che potrebbe valere un sacco di soldi\" e Danny non lo spreca certo allinizio. Arriva una nuova inquilina, Anya (Romane Bohringer) e le regole del gioco dei maschi della casa prevedono che il vincitore sarà colui che riuscirà a portarla per primo fuori a cena. Sam non prova nessuna gelosia, per lei sono solo \"maschi in erezione, il sangue gli va tutto dal cervello al pisello e diventano stupidi\" eppure larrivo di Anya sconvolgerà la vita di tutti, anche la sua. La ritroveremo, alla 48esima coabitazione di Danny a tentare il suicidio alle tre di notte con il cd di Nick Cave a farle da colonna sonora. Danny, alle prese con gli arretrati dellaffitto e con gli strozzini venuti a riscuotelo decide di diventare uno scrittore per salvarsi. Intanto la trama inizia a confondersi e, ce lo aspettavamo tutti, Sam si avvicina sempre di più a Danny. \"Ci sono un sacco di parole per descrivere una donna che non vuole fare sesso: fredda, frigida, insensibile, ma riesci a pensare ad una sola parola per descrivere un uomo che non vuole fare sesso?\" \"Morto?\" Ecco svanita la prima occasione. Danny, daltra parte è un nevrotico ossessivo e, dopo sei mesi, ancora non ha capito perché la sua ex-fidanzata lo ha lasciato e continua a portare un anello a forma di cuore per raccontare quanto il suo sia impegnato. La casa di Brisbane viene quasi distrutta dalla contemporanea presenza di skinhead capeggiati da un assassino di rane e le attiviste femministe capeggiate da Anya. Casa numero 48, Melbourne: Ian (Ian Hughes) ha detto tutte le cose giuste, anche le bugie giuste ma a nulla è servito per riuscire a tenersi una donna, meglio ordinare una dozzina di puttane gialle al casino, per essere seguito poi dalla polizia fino alla 48esima casa di Denny che, se ancora non avesse abbastanza, scopre che nello stato di Vittoria, la polizia ha una tendenza a sparare per uccidere. A questo punto del film dentro ci abbiamo messo davvero di tutto: Dirk, lomosessuale isterico alle prese con il suo coming out, lamica lesbica e femminista o meglio, lintegralista del separatismo lesbico, un cultore della tintarella albina poi tossicodipendente, quella bisex e potenziale suicida, unattricetta bulimica ed egocentrica, la polizia assassina, una madre assente ma premurosa, un macho stupido, il teledipendente, una giapponese di poche parole che è quasi un cartone animato, la ragazza dellappartamento di fronte che esce in minigonna con un giocatore di football, e il bancario che ancora vive in coabitazione per risparmiare, o non dover crescere. Le risate vengono fuori ad ogni battuta, anche la più banale a cui, un non troppo forzato stop dei movimenti, dà il tempo di pensare. Tutti i personaggi ci ricordano qualcuno che conosciamo davvero o che sicuramente potremmo incontrare e non cè davvero da scandalizzarsi per il lieto fine che vede Danny finalmente diventare uno scrittore e, forse, capire cosa farà da grande.  
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