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Dragon Trainer – Il mondo nascosto conclude in bellezza la trilogia (Recensione)

Molto più avvincente visivamente che narrativamente, il terzo capitolo della storia di draghi e vichinghi affronta temi importanti senza la sincerità che fu

30.01.2019 - Autore: Mattia Pasquini
Si chiude una delle trilogie più amate dai fan dell'animazione e dagli spettatori più piccoli di quelli che una volta si chiamavano "solamente" cartoni. Si chiude tenendo fede a se stessa e senza deludere il proprio pubblico, ormai cresciuto anche davanti ai diversi spinoff televisivi (Dragons: I cavalieri di Berk, I paladini di Berk e Oltre i confini di Berk), pur senza regalare il crescendo che lo splendido primo capitolo avrebbe meritato. Come spesso accade in questi casi, infatti, in Dragon Trainer - Il mondo nascosto di Dean Deblois i personaggi prendono il sopravvento sulla narrazione e sullo sviluppo della storia, per fortuna non senza regalare sequenze memorabili e momenti toccanti.



Quasi impossibile fare altrimenti con una star come la Furia Buia "Sdentato"; senza nulla togliere al supposto protagonista umano, l'Hiccup che abbiamo visto crescere film dopo film e che oggi si offre ancora una volta come modello esemplare. Il salto nella sua crescita, però, è confuso e accorpa l'ingresso nell'età adulta a una generica ricerca di fiducia in sé e all'accettazione del cambiamento che comportano nuove relazioni e separazioni. Tutto nominalmente ineccepibile, anche se narrativamente non particolarmente intenso.

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Le emozioni, infatti, in questa chiusura light di una grande trilogia vengono più dalle apparizioni dell'eroico e affettuoso dragone (un po' troppo felino nelle movenze e nelle esternazioni), i sorrisi dagli imbarazzi adolescenziali (un po' di tutti, alle prese con i primi amori) e la fascinazione da una iconografia che arricchisce la pennellata (soprattutto di colori, come si vede nella nuova Berk e nello splendido mondo nascosto che più volte sembra ammiccare al Fantasia Disney). Quello di cui si sente la mancanza sono purtroppo la credibilità e l'originalità. Ché in certi elementi del racconto e in tutto quel che riguarda le interazioni con il nuovo spietato villain, l'impressione costante è quella di avere un compito da assolvere per rendere cinematograficamente e commercialmente appetibili i temi che si volevano affrontare sul piano umano ed esistenziale.



Eppure anche lì… L'elemento materno era già stato trattato, a fronte di una elaborazione del lutto paterno un po' troppo leggera, a distanza di un tempo sufficiente perché Hiccup lo introiettasse senza limitarsi alla lezione sulla "separazione" o a una vaga distorsione dell'esempio ricevuto (anche come capo). Ma in fondo la priorità era questa, non di gravare il tono del "sacrificio", e il pubblico più giovane apprezzerà sicuramente questa favolona animalista.

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Nella quale la "prima utopia vichingo-draghesca" mai realizzata passa dalla celebrazione delle "grandi donne dietro ai grandi uomini" alla concessione di alcuni scorci più dark (molto interessanti), per arrivare a una conclusione standard e conciliante - rinforzata dai nostalgici titoli di coda - nella quale ribadire il rischio di estinzione che molte specie animali vivono nella realtà e trasmettere il senso della necessità e della naturalezza dei concetti di esodo e migrazione. Un finale catartico e commovente che ricorda un po' l'addio del Signore degli Anelli e che predispone a cercare consolazione nell'abbonamento a Netflix (o nei libri della scrittrice britannica Cressida Cowell dai quali tutto è nato).

Dragon Trainer – Il mondo nascosto, in sala dal 31 gennaio 2019, è distribuito dalla Universal Pictures.