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Domani è un altro giorno, la recensione del film con Valerio Mastandrea e Marco Giallini

Remake del successo spagnolo Truman - Un vero amico è per sempre. Il regista Simone Spada trova la sua misura

Giallini

25.02.2019 - Autore: Gian Luca Pisacane
Domani è un altro giorno è un film in bianco e nero del 1951, diretto da Léonide Moguy. Raccontava di una donna salvata dal suicidio, che doveva ritrovare una ragione per andare avanti. E non solo. Il tema era quello della sacralità dell’esistenza, che in qualche modo ritorna in Domani è un altro giorno di Simone Spada. Le due storie non hanno alcun grado di parentela, ma entrambe affrontano la morte con coraggio.

Qui l’esuberante Giuliano (Marco Giallini) scopre di avere un tumore ai polmoni, e sceglie di non curarsi. Le medicine allungherebbero solo l’agonia. Il suo amico di una vita Tommaso (Valerio Mastandrea) arriva dal Canada per stargli accanto, magari per fargli cambiare idea. La memoria acquista più valore quando si avvicina la fine, ci si aggrappa ai ricordi. Ma il regista evita i momenti strappalacrime, le sequenze ricattatorie. Non mette in scena flashback nostalgici, dirige in modo sobrio, con lenti movimenti di macchina e ottime intuizioni in fase di montaggio.



Lo spirito della vicenda è crepuscolare: i protagonisti hanno il tempo contato. L’uno deve riprendere l’aereo per tornare in Canada, l’altro non sa quanto gli rimane. Entrambi hanno fatto un percorso insieme, si sono allontanati per poi riavvicinarsi. Il viaggio resta un tema centrale nel cinema di Spada. In Hotel Gagarin, cinque italiani in cerca di autore andavano fino in Armenia per soddisfare le richieste di un sedicente produttore. Qui il sentiero da percorrere è quello definitivo.

Giuliano diventa credente per darsi un’ultima possibilità, e non svanire nel nulla. Viene in mente Euforia di Valeria Golino, dove a doversi riappacificare erano due fratelli di sangue. Qui Tommaso e Giuliano lo sono per scelta, e la grande sfida è di lasciarsi andare, di accettare il libero arbitrio. Spada sottolinea la difficoltà di comunicare, di lasciar trapelare il proprio dolore. “Se un amico non mi invita al suo compleanno non importa, ma se non condivide con me un grande dolore allora mi offendo”, scriveva Oscar Wilde. A recitare questa massima è Renato Scarpa, che interpreta un ambiguo direttore teatrale.



In fondo Domani è un altro giorno è una love story, con la quotidianità, con chi ci accompagna da decenni. È una battaglia contro la solitudine, contro il destino beffardo. Il tutto trattato con ironia, cercando sempre un equilibrio, un’armonia nei dialoghi e nelle sequenze. Spada si ispira al successo spagnolo Truman – Un vero amico è per sempre di Cesc Gay, e ne realizza un remake personale, dove commozione e umorismo riescono a trovare la giusta misura.

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Merito anche di Valerio Mastandrea e Marco Giallini: personalità opposte che sullo schermo si attraggono come magneti. Spesso non hanno neanche bisogno di parlarsi, basta uno sguardo. Ed è nei silenzi che Domani è un altro giorno trova i suoi momenti più belli, quando la complicità si esprime senza rumore e per un attimo il mondo intero sparisce.

Il film uscirà nelle sale il 28 febbraio distribuito da Medusa.

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