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"Domani"
"Domani"

14.04.2003 - Autore: Luca Perotti
Una scossa del nono grado della scala Mercalli sconvolge lesistenza di un paesino dellUmbria, Cacchiano. Tutto è perduto: la casa, la scuola, il lavoro.
Uno sgretolamento totale della quotidianità, cui ognuno reagisce diversamente.
Il dopo terremoto amplifica limportanza dei dettagli ma allo stesso tempo ne svela linezia rispetto ad un accadimento abnorme.
Linagibilità delle abitazioni costringe a convivenze forzate.
Paolo Zerenghi, il vicesindaco, accoglie nel suo camper Giovanni Moccia, giovane macellaio con madre malata a carico, di cui sarà arduo prendersi cura ora che ha perso il lavoro. Giovanni trova sostegno in Stefania, la moglie di Paolo, che rende manifesta una crisi latente da molto tempo. Il figlio minore, Agostino, si persuade che sua madre stia tradendo il papà con Giovanni. Laltro, Filippo, pensa solo al desiderio di fuga da un paese natio che odia. DallInghilterra arriva a Cacchiano Andrew Spencer, col compito di restaurare un dipinto di Beato Angelico danneggiato dalle scosse telluriche. Sebbene sia accompagnato dalla moglie con lintenzione di concepire finalmente un bambino, nasce unaffinità con Betty, maestra elementare con labbro leporino e una quantità industriale di flirt deludenti alle spalle.
In mezzo a questi patimenti, conflitti, solidarietà e sospetti, spicca il vincolo damicizia di Vale e Tina, due bambine innamorate di Agostino, e che il terremoto spingerà a un drammatico e decisivo momento di crescita.
Il commento
Sebbene Domani sia un film corale, in cui ogni personaggio possiede eguale influenza nelleconomia del racconto, è sicuramente lo sguardo dei bambini a prevalere, ad imporsi sugli altri nel ruolo di guida. Il punto di vista dellArchibugi passa sempre, inesorabilmente, attraverso i loro occhi e le loro emozioni; ci si appoggia e sembra chiedergli continuamente asilo. Una scelta che rende più malinconici, più struggenti; una sviolinata inconscia che a volte è eccessiva. Ma è come Francesca Archibugi sa esprimersi. Una protezione e una spinta per raggiungere anche altrove, nel film, il giusto pathos che monta a mano a mano che i rapporti interpersonali messi a nudo dal terremoto sembrano frantumarsi per poi ricomporsi. La distruzione della proprietà comprime gli spazi e dilata le nevrosi. Ognuno affronta il proprio ruolo sociale con occhi diversi, è costretto a tracciare bilanci, a mettersi in gioco nel momento in cui è oppresso dal disagio. Una rivoluzione interiore che tutti cercano di appianare, di risolvere, per tornare a una normalità che, tuttavia, non sarà più la stessa.
In sintesi
Il terremoto dischiude il coraggio di una comunità in cui ogni individuo cerca di raccogliersi e restituire a se stesso e agli altri un senso di unità che rischia di smarrirsi.
Il giudizio
Un andamento altalenante, con momenti di tangibile autenticità e cospicue dosi di furbizia.