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Devil - La nostra recensione

Poca paura e non troppa claustrofobia per l'horror ideato e prodotto da M. Night Shyamalan

Devil - Bojana Novakovic

09.11.2010 - Autore: Pierpaolo Festa
M. Night Shyamalan cattura il diavolo nell’ascensore, ma l’appuntamento splatter claustrofobico annunciato in partenza arriva in maniera diversa da come ce lo aspettavamo. E il risultato è spiazzante. In un’epoca in cui Rodrigo Cortés è riuscito a girare un thriller interamente ambientato all’interno di una cassa e l’horror sbaraglia i botteghini grazie a macchine da presa che inquadrano la sola camera da letto, “Devil” si dilunga in spiegazioni, personaggi secondari e tensione hitchockiana che prende il posto della paura sovrannaturale. E la macchina da presa viene anche utilizzata per riprendere ciò che accade all'esterno dell'ascensore in cui rimangono intrappolati i protagonisti.

Devil

Realizzato dai Fratelli Dowdle (già registi di “Quarantena”, remake di “[Rec]”), “Devil” ha una bella atmosfera gelida e, almeno per un po’, il male che serpeggia tra i cinque malcapitati bloccati nella cabina all’interno di un grattacielo riesce a farsi sentire anche tra le poltrone della sala. Ma una volta entrati nel secondo atto, il film esita nell’esplorazione della paura e rallenta dilungandosi in sottotrame che creano un’emorragia di tensione. I temi sono sempre quelli  del cinema di Shyamalan, il destino che ha un percorso per tutti noi e la capacità di perdonare. Quello che non riusciamo a perdonare al produttore è proprio l’appuntamento col diavolo , un main event mancato. Data la carenza di splatter e tensione, in ottanta minuti si può anche trovare il tempo di lasciarsi andare a qualche sbadiglio.

M. Night Shyamalan e i Fratelli Dowdle sul set di Devil

Il primo episodio delle Night Chronicles (attualmente Shyamalan prepara il secondo e se gli incassi vorranno ce ne sarà un terzo che integrerà un’idea sviluppata per “Unbreakable 2”) è un’opera molto leggera che sulla carta sembrava potente. Se da una parte Shyamalan rimane fedele al suo fare cinema e racconta una storia come ci ha abituati - con colpo di scena finale incluso - dall’altra si poteva pretendere anche un passo avanti da parte del regista de “Il sesto senso”, un filmmaker che forse è più un mestierante che un autore. 

La pellicola è distribuita nelle sale dalla Universal Pictures

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Leggete la nostra anteprima: ascensore per l'inferno
Photostory: In ascensore col diavolo