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Destroyer, l'Oscar rubato a Nicole Kidman - La nostra recensione

L'attrice irriconoscibile protagonista di un gran bel poliziesco diretto da Karyn Kusama

24.01.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
Un primo piano sugli occhi di Nicole Kidman che si spalancano. Il suo sguardo ci inchioda tutte le volte, anche adesso, sebbene dentro quelle pupille sembra che non ci sia più un’anima. Questo è il nuovo personaggio che l'attrice incarna in Destroyer, affidandosi anche a un impressionante make-up.

“Invecchiata” non sarebbe la parola giusta, né tantomeno “imbruttita” come si disse all’epoca di The Hours. "Appassita" e "depressa" forse sono i termini appropriati per descrivere una donna che si è lasciata andare al dolore. La sua Erin Bell, detective dell’LAPD, ha un passato legato a droghe, il gomito che tende ad alzarsi più del dovuto e una mitraglietta sempre a disposizione nel bagagliaio della sua auto. Anni prima era una poliziotta infiltrata insieme al collega interpretato da Sebastian Stan (il soldato d’inverno della Marvel) all'interno di una banda di tossici che progettavano una rapina in banca. Un’operazione in incognito fallita e conclusa in tragedia. Un evento che ha segnato la vita della protagonista deragliandola verso l’autodistruzione, schiacciata dal senso di colpa. Il film si apre quando il passato torna a bussare alla sua porta offrendole l'unica possibilità di redenzione: la vendetta. 

 
Tante volte la Kidman ha interpretato personaggi che soffrono davanti la macchina da presa. Altrettante si è trasformata, rinunciando al suo aspetto da superstar. Queste "regine del dolore" che ci ha presentato nel corso della sua carriera hanno lasciato il segno anche quando i film non erano memorabili quanto la sua performance. Destroyer memorabile lo è. Anzi, a 48 ore dall’annuncio delle nomination agli Oscar, si può tranquillamente affermare che non includere la Kidman nella cinquina di candidate al premio alla migliore attrice protagonista è stata una mossa vigliacca

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Probabilmente esclusa per via di questo personaggio scomodo che sembra uscito da un mix dell’ottimo cinema di Hollywood degli anni Settanta e Ottanta: una donna dalla coscienza sporca, con un passato da drogata e tendenze suicide. Ma con un codice morale. E allo stesso tempo una mamma che spera di liberare la figlia dall’odio che la ragazza prova nei suoi confronti. Se fosse stato realizzato qualche anno fa, Destroyer avrebbe probabilmente puntato su un protagonista maschile al centro dello schermo: la presenza di una donna in scena e di un'altra dietro la macchina da presa (la regista Karyn Kusama) permettono al film di aprirsi a tematiche nuove e altrettanto interessanti in un genere oltremodo sfruttato. Forse Destroyer poteva facilmente essere marchiato come "operazione nostalgica" per un certo cinema poliziesco, fortunatamente è un film che ha parecchio territorio emotivo da esplorare. Sono tanti, forse troppi, gli spunti narrativi ma Kidman è perfettamente in grado di reggerli, incarnare ogni emozione nella sua anima e, con quegli occhi apparentemente vuoti, trasmetterle allo spettatore. 

 
Straordinaria dal minuto in cui entra in scena e iconica mentre la vediamo sventare una rapina con metodi tutt'altro che ufficiali e senza pensarci troppo. La sequenza della sparatoria in banca strizza l’occhio al cinema di Michael Mann e al meraviglioso Vivere e morire a Los Angeles di Friedkin. La luce sporca del film immortala perfettamente la protagonista in un affascinante quadro di disperazione e redenzione che fa di Destroyer un solido poliziesco. Un film che non ha paura di essere duro e che inchioda alla poltrona nonostante punti su personaggio abbastanza difficile da amare. 

Destroyer sarà distribuito in Italia da Videa. Il film non ha ancora una data di uscita. 

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