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Dear Wendy

Scritto da Lars Von Trier e diretto da Thomas Vinterberg ("Festen") è un film che racconta il rapporto di vera e propria dipendenza che si crea tra i ragazzi e le loro armi

Dear Wendy

12.04.2007 - Autore: William Chioccini
Regia: Thomas Vinterberg
con Jamie Bell, Bill Pullman


Dick (Jamie Bell), vent’anni, sta scrivendo una lettera alla sua amata Wendy. Ricorda com’era deprimente la sua vita senza di lei, le circostanze quasi fortunose che hanno portato al loro incontro, gli alti e i bassi del rapporto, i sentimenti e le emozioni provate, l’amara conclusione della storia. Tutto abbastanza normale, a parte il fatto che Wendy non è una ragazza, bensì un’elegante pistola 6,35 mm a doppia azione con il cane interno e un’impugnatura di madreperla davvero accattivante...

All’inizio della storia, Dick è un ragazzo introverso, con poca fiducia in se stesso e senza amici. A cambiarlo, per sempre, sarà il fatidico incontro con una pistola: Wendy. Attraverso la comune passione per le armi, Dick fa amicizia con Stevie, un emarginato come lui; Stevie possiede “Acciaio cattivo”, ossia una 7,63 mm modello 1898 appartenuta ad un ufficiale nazista. I due ragazzi vivono una rinascita spirituale grazie alle pistole. Portandole sotto il camice o nascoste nella giacca, ricevono una iniezione di fiducia in se stessi e smettono di abbassare lo sguardo quando incontrano qualcuno. Decidono di condividere questa esperienza con gli altri perdenti del quartiere: Huey, un ragazzo costretto a camminare sulle stampelle; Freddie, il fratello di Huey, bersaglio dei bulli della scuola; Susan, una sfortunata ragazza a cui non è mai cresciuto il seno. Insieme i cinque ragazzi fondano un club segreto, i “Dandies”. I Dandies amano la pace (si definiscono pacifisti) ma amano anche le pistole; la regola più importante del club è “Mai tirare fuori l’arma”, ma le regole, si sa, sono fatte per essere infrante.

Scritto da Lars Von Trier e diretto dal regista di "Festen" Thomas Vinterberg, “Dear Wendy” è un film che offre più piani di lettura. Racconta il rapporto di vera e propria dipendenza (in un’intervista Lars Von Trier parla apertamente di feticismo) che si crea tra i ragazzi e le loro armi; racconta l’ingenuità un po’ ipocrita di chi si definisce “pacifista armato” (un argomento di scottante attualità, purtroppo); racconta l’emarginazione di chi non è o non si sente come tutti gli altri. I temi affrontati dal film sono molti, ma il tono, a volte sarcastico, a volte grottesco, rimane leggero; una leggerezza che non impedisce di andare in profondità.

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