NOTIZIE

Croce e delizia, Gassmann e Bentivoglio in una celebrazione a 360 gradi dell'amore - La recensione

Il secondo lungometraggio di Simone Godano è una commedia corale da non sottovalutare, e con più di qualche merito.

26.02.2019 - Autore: Mattia Pasquini
È intelligente e divertente il gioco messo in scena da Simone Godano. Un esempio interessante di come davvero si possa riuscire a migliorare crescendo, visto che prima di questo Croce e delizia, il regista aveva al suo attivo solo un cortometraggio presentato al festival di Venezia e un esordio nominato ai Nastri d'Argento, la commedia del 2017 Moglie e marito. Si merita i complimenti, per aver saputo dribblare le aspettative create sbandierando dinamiche tutto sommato viste e riviste.



Se spesso si sottolinea la fortuna avuta nel trovare gli attori giusti, forse stavolta potremmo parlare di come certi attori si possano rendere "giusti". In questo caso Alessandro Gassmann, che nei panni del pescivendolo laziale 'neo gay' riesce a darci una delle migliori interpretazioni degli ultimi anni. E non tanto per perizia attoriale - che si percepisce più che in altri casi - quanto per vera e propria interpretazione. Un riuscire a trasmettere a livello emotivo la particolare compartecipazione trovata con il proprio personaggio.

Consigli.it per voi: Film sul matrimonio, ecco i dieci imperdibili

Che sia merito della scrittura o dell'affinità con quel che si porta sulla scena, non è in dubbio, ma ci sentiamo di ascrivere grandi meriti al regista che realizza una sorta di nuovo Vizietto, un Ferie d'agosto virato al film 'di genere' (qui inteso come sessuale) che via via si rivela altro. Grazie anche a un lucido utilizzo dei tempi comici e drammatici, e alla capacità di riprendere rapidamente l'equilibrio ogni qualvolta si rischi di perderlo. In poche occasioni, in realtà, giusto un paio. Nonostante l'abbondanza degli immancabili stereotipi insiti nella premessa, il film riesce a non vivere di macchiette. E a conferire una dignità nuova a forme altrimenti mal gestite, o utilizzate con una certa pigrizia. Una per tutte: la capacità di mostrare quanto il tanto vituperato romanesco possa essere una lingua da cinema, se usato per recitare e non per colorire.

Non che manchino figli viziati da cliché e buoni selvaggi, ricchi radical-chic detestabili ed ex mogli squinternate, ma su tutto predomina una celebrazione a 360° dell'amore, più o meno puro, al di là di distinzioni di genere e di forma che tanto sembrano tornare di moda ultimamente, tra gerarchizzazioni e priorità decise a tavolino.



Gassmann fa da cardine. E sebbene la 'Croce e delizia' del titolo sia Fabrizio Bentivoglio (più limitato da un ruolo che lo fa innesco degli accadimenti), da saggio dispensatore di lezioni paterne e affetto, il nostro Alessandro riesce a essere il trait d'union dei due mondi. A offrire sicurezza ai due figli, il proprio interpretato da Filippo Scicchitano e l'altrui: una Jasmine Trinca che regala alcuni momenti che valgono davvero il prezzo del biglietto.

Moglie e marito, la commedia con Favino e Smutniak su Amazon

Difficilmente avrete voglia di farvi rimborsare, dopo aver visto un film che sicuramente solleticherà le corde più triviali e popolaresche, ma nel quale alla fine si rimane se non sopraffatti dalle emozioni, certo riscaldati da un senso diffuso di affetto, e di normalità. Sensazioni che lasciano davvero sperare in qualcosa di positivo, per noi del pubblico e in fondo anche per il nostro cinema.

Croce e delizia, in sala dal 28 febbraio, è distribuito dalla Warner Bros.