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Creed II, quando il sequel supera l'originale - La recensione

Sylvester Stallone e Dolph Lundgren rubano la scena nel nuovo spinoff della saga del pugile più amato del cinema

22.01.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
Seduti al tavolo di un ristorante. Questo è il nuovo “O.K. Corral” in cui Rocky Balboa e Ivan Drago si incontrano faccia a faccia, trentatré anni dopo lo storico match di Mosca. Diciamo la verità, noi fan di Rocky andiamo a vedere Creed II nella speranza che Sylvester Stallone e Dolph Lundgren se le diano di santa ragione. L’opportunità di assaggiare il più "guilty" dei "pleasure" ci fa correre in sala. Quello e l’amore eterno che proviamo per un personaggio che da quarant’anni abbiamo accolto nella nostra famiglia cinematografica. Seguire la nuova sfida di Adonis Creed che deve affrontare il figlio dell’uomo che gli ha ucciso il padre Apollo è quasi una scusa per andare al cinema a vedere il nuovo capitolo della saga di Rocky.

Nonostante porti quel numero romano al fianco del titolo, Creed II si colloca in realtà in quella scia dei pochissimi sequel superiori all’originale. In primis per la sua forma fisica: il film è proprio come un pugile dei pesi massimi che ti fa credere di colpirti in un certo modo per poi mandarti al tappeto con una mossa che non avevi previsto. La sorpresa in questione si chiama Ivan Drago, fino a ieri uno dei villain più cattivi del cinema (un passo sotto Darth Vader, ma decisamente più avanti di Hannibal Lecter), e adesso un uomo per cui riusciamo prima a provare pietà, poi una certa tenerezza e infine perfino commozione. I silenzi, che nel 1985 lo rendevano una macchina da guerra togliendogli qualsiasi emozione, tornano per rivelare un uomo che soffre e paga il prezzo del suo passato. Lundgren è meraviglioso in questo ruolo, sono tutte sue le scene che ci portiamo a casa una volta lasciata la sala. 

Guarda la videointervista a Dolph Lundgren, Ivan Drago ritorna dopo trent'anni
 
Ancora una volta la saga di Rocky con i suoi sequel e suoi spin-off dedicati a figli e figliocci si rivela una delle più grandi telenovele per uomini duri. Una intelligente soap al testosterone. Al buon vecchio Sly, con quel suo cappello ammaccato e la giacca di pelle, basta il movimento di un mignolo per scatenare i nostri sentimenti. Non sono le sue chiacchiere da nonno saggio a inchiodarci, sono invece i suoi tic, gli sguardi, il suono della voce. Il suo Rocky passa definitivamente "gli occhi della tigre" all’Adonis di Michael B. Jordan in questa storia dedicata soprattutto alla lotta tra padri e figli. Creed deve vendicare il fantasma del padre, allo stesso tempo anche lui diventa un genitore che impara a conoscere un nuovo grande avversario: le responsabilità della vita. Rocky combatte per riabbracciare il figlio biologico. Ma non c’è dubbio che questo sia lo show di Victor e Ivan Drago: un figlio che guarda il padre con timore e un genitore che cerca di rompere la cortina di ferro che lo separa dal suo erede. 
 


Sylvester Stallone torna in sceneggiatura e cerca definitivamente di congedare il suo pugile. Negli anni lo ha portato in trionfo, gli ha fatto imparare che cos'è una sconfitta, lo ha eletto a eroe della Guerra Fredda, gli ha dato una nuova occasione sul ring e lo ha trasformato in un mentore pronto a trasmettere la sua eredità a un combattente puro di cuore. Adesso Rocky è pronto a trovare il posto giusto in cui ritirarsi ed è molto probabile che non lo rivedremo più. Come è anche certo che, se mai tornerà, anche lui ci troverà fissi sulla poltrona, dall’altra parte dello schermo. 

CreedI II, in uscita il 24 gennaio, è distribuito da Warner Bros.

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