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"Crazy /Beautiful"

"Crazy /Beautiful"

crazy/beautiful

13.09.2001 - Autore: Beatrice Rutiloni
Un film di John Stockwell con Kirsten Dunst, Jay Hernandez, Bruce Davison, Herman Osorio.   La trama Nicole Oakley e Carlos Nunez si innamorano a diciassette anni. Provengono da quartieri lontani tra loro da mondi diversi e si ritrovano a frequentare lo stesso liceo, il prestigioso Pacific in un elegante quartiere di Los Angeles. Lei è una ragazza problematica, figlia di un deputato e vittima di una famiglia ricca ma poco equilibrata. Come se fosse una malattia genetica Nicole si porta con sé il suicidio della madre, che lei stessa trovò a dodici anni senza vita. Da lì in poi la distruzione ha preso la piega del tunnel senza ritorno. Tra droghe, alcool e atti vandalici Nicole trascorre la sua gioventù facendo di tutto per bruciare il più in fretta possibile, pur non riuscendo a soffocare mai una certa predisposizione naturale a circondarsi di persone buone, come la sua amica Maddy, che dietro una scorza da svampita si dimostra all\'altezza della situazione, o come Carlos, un ragazzo messicano che più corretto e dedito al dovere non si potrebbe. Sarà lui a salvarla dall\' autodistruzione cui si era votata, a metterla in comunicazione con il padre, con cui Nicole non aveva mai avuto un vero dialogo e infine a salvare se stesso dalla rinuncia all\'amore che aveva rischiato con i mille dubbi che la travolgente Nicole aveva all\'inizio provocato in lui.   Il commento Cenerentola bianca e principe nero sono una delle formule che stanno convincendo di più il cinema americano per teenager. Da \"Save the last dance\" , già campione d\'incassi anche qui da noi a \"Crazy/ beautiful\" la lezione è una: inversione degli stereotipi razziali in vigore fino a poco tempo fa e orgoglio etnico ai massimi livelli. Pellicole in cui la gente è ancora una volta divisa in base al colore della pelle ma con un punto di vista moraleggiante che vorrebbe essere in qualche modo la riscossa sociale delle minoranze. Così i neri sono tutti buoni, belli, virtuosi, orgogliosi delle proprie origini e con un eterno senso di rivalsa indomito mentre i bianchi sono tutti privi di qualunque talento, sprecati, sfiorati della vita, quasi ai bordi negativi di una società che fino a poco tempo fa destinava i ghetti ai diversi. Ennesima riprova della crisi occidentale, esperimento semiserio di mettere alla prova la maturità dei tempi per un cambiamento che promette di ribaltare la situazione odierna. Sono i neri che salvano. Riportano alla vita principesse stordite bianche come la varechina, insegnano movimento alla moda a sfigate metropolitane, sono loro i più \"avanti\". Il film di John Stockwell ,che prima di iniziare a girare ha avuto una lunga esperienza come attore, è un prodotto per liceali con il solito manualetto d\'istruzioni da spot governativo anti spreco giovanile. Cioè buoni valori a profusione e buoni sentimenti cui rimanere attaccati per tutta la vita, nonostante il resto del mondo. La solita bella favola che continua, proprio come fanno da sempre le favole, a riempire i cuori più ingenui di speranze. Una nota a parte spetta al ritmo del film ben sostenuto da un\'incalzante colonna sonora tra hip hop latino, nuovo acustico e punk revival, dai Cypress Hill ai Pimps ai Dandy Warhols ai Delinquent Habits che alternano le atmosfere \"viziate\" di Nicole e della sua asettica casa apparentemente aperta ma schermata da antifurti e i confusionari sobborghi di Carlos, perennemente incalzato da una madre che parla solo in spagnolo e da una comunità che lo vorrebbe come loro. Perfetta quasi suicida, come sempre, la Dunst.    
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