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"Concorrenza Sleale"

"Concorrenza Sleale"

Concorrenza sleale

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
Roma, 1938. Il partito fascista di Mussolini si prepara a ricevere la visita di Hitler nella capitale. Tra i bottegai Umberto (Diego Abatantuono) e Leone (Sergio Castellitto) non corre buon sangue: i due infatti sono concorrenti in commercio, perchè hanno rispettivamente una sartoria ed una merceria, ed i due negozi si trovano proprio luno accanto allaltro. Tra piccole liti, dispetti di ogni genere, incomprensioni, la vita scorre comunque piuttosto tranquilla: i due piccoli delle famiglie sono addirittura molto amici, ed il primogenito di Umberto, Paolo (Elio Germano) si innamora della figlia del rivale, Susanna (Gioia Spaziani), da cui viene ricambiato. La situazione inizia a complicarsi quando le leggi razziali nei confronti degli ebrei iniziano a colpire sempre più la famiglia di Leone. Grazie anche al fratello Angelo (Gerard Depardieu), fervente antifascista, Umberto inizia a prendere coscienza delle precarie condizioni del vicino, e soprattutto dellipocrisia e della ristrettezza mentale di quelli che lo circondano, oltre che di sé stesso. Inizia allora, quasi per caso, a prendere le parti di Leone, vessato sia da atti vandalici che dalla prepotenza dellufficiale di polizia Collegiani (Claudio Bigagli). I due rivali adesso iniziano a fraternizzare, fino a diventare buoni amici e a fare fronte comune (almeno moralmente) contro il sistema oppressore. Purtroppo però...   Il commento Dopo una serie di opere non propriamente riuscite, finalmente Scola ci ha regalato un film degno della sua grande carriera, piena di capolavori come La Famiglia, CEravamo Tanto Amati o Una Giornata Particolare, a cui questultimo lavoro si accosta nella scelta del periodo storico. Concorrenza Sleale si rivela innanzi tutto come una pellicola decisamente coerente nel progetto e nella realizzazione. La scelta della sceneggiatura è infatti quella di non raccontare grandi eventi in maniera melodrammatica, ma di accennare ad essi attraverso la rappresentazione della vita quotidiana e dei semplici problemi che la compongono: nel film non vi sono pompose scene-madre che catturano lo spettatore, ma il tutto è narrato con delicatezza, fine partecipazione, estrema attenzione alla psicologia di tutti i personaggi. La regia di Scola procede sicura ed elegante nel suo solito gioco di interni ed di introspezione dei personaggi: a rendere il film più godibile contribuiscono senza dubbio anche la bella fotografia di Franco di Giacomo e le scenografie di Luciano Riccieri, che ha ricostruito interamente a Cinecittà la via dove si svolge la vicenda. Gli attori, anche i comprimari, vanno accomunati tutti in un unico applauso: se Castellitto conferma ancora una volta la sua estrema versatilità, la vera sorpresa è Abatantuono, misurato e partecipe come non lo si vedeva da tempo. Vogliamo poi, una volta tanto, promuovere la bravura della giovane Sabrina Impacciatore, già vista ed apprezzata ne LUltimo Bacio di Muccino.   In sintesi Lautore di La Famiglia torna e regalarci un bel film, delicato e profondamente toccante allo stesso tempo. La potenza drammatica della vicenda narrata si stempera nella raffinatezza di luoghi, situazioni, sensazioni private. Gli attori, tutti bravi, rendono i loro personaggi del tutto credibili.   Il giudizio Bel ritorno intimista e sincero per Scola. Un film corale e finemente pudico nel narrare una pagina oscura della storia nazionale come la persecuzione ebraica con le leggi discriminanti del 1938.