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Child 44 - La nostra recensione

Irregolare e intenso l'adattamento di Tom Rob Smith non convince del tutto, ma non lascia indifferenti

30.04.2015 - Autore: Mattia Pasquini
E sono quattro. Quattro film negli ultimi quattro anni. Quattro occasioni per vedere fianco a fianco - o uno contro l'altro - Tom Hardy e Gary Oldman, vere colonne portanti di questo Child 44: Il bambino numero 44, trasposizione cinematografica del libro di Tom Rob Smith affidata a Daniel Espinosa (Safe House).

Un poker servito, il loro, che probabilmente costituisce la mano vincente di un film che come spesso accade vive un rapporto ambivalente con il bestseller dal quale è tratto. Non poche - e non veniali - le libertà prese dal regista svedese di origine cilena, ma critiche e meriti possono tranquillamente prescinderne e orientarsi direttamente sul prodotto portato sul grande schermo.



Un film fatto di contrapposizioni, forti, forse più che sulla carta, e di coppie. Quella di Oldman e Hardy (più vicini alle atmosfere del meraviglioso e inarrivabile La talpa che ai passati Lawless o Il cavaliere oscuro - il ritorno), magnetici e intensi come non riescono ad essere completamente Noomi Rapace o Vincent Cassell e Paddy Considine. Ma la responsabilità sembra essere più ascrivibile alle indicazioni date agli attori (anche al protagonista, a tratti troppo marcato nella sua caratterizzazione) che alle loro capacità interpretative.



Brutalità e disperazione contribuiscono a creare una cornice che già da sola risulta plumbea per definizione - ché la politica di controllo e manipolazione del regime sovietico non è certo una novità - e che può valersi di scelte di scenografia e luci decisamente più felici. Peccato che lo stesso non possa dirsi dello scellerato caos linguistico di cui potrà godere chi affronterà una versione originale nella quale l'incoerenza e l'insensatezza regnano sovrane, con abbozzati quanto insistiti accenti sovietici ad accavallarsi a quelli britannici di molti degli interpreti.

Non un film perfetto, per ritmo ed equilibrio, né per coralità, eppure un film dal quale vale la pena farsi tentare, non foss'altro per la capacità di coinvolgimento che mostra, forse più per meriti 'ambientali' che cinematografici. Con una buona dose di pazienza e di disponibilità a colmare i vuoti narrativi con un pizzico di fideismo e di fascinazione.


Child 44 - Il bambino numero 44, in sala dal 30 aprile 2015, è distribuito da Adler Entertainment