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Cannes: Tutti contro Almodovar

Aprono oggi i battenti della 59° edizione del festival di Cannes, kermesse che può essere a buon diritto considerata il più importante evento cinematografico europeo. Super favorito è Pedro Almodovar con il suo "Volver"...

Festival di Cannes 2006

17.05.2006 - Autore: Adriano Ercolani
Aprono oggi i battenti della 59° edizione del festival di Cannes, kermesse che può essere a buon diritto considerata il più importante evento cinematografico europeo. Se negli ultimi anni il concorso ha riservato numerose sorprese, e soprattutto portato alla ribalta autori che si sono poi affermati a livello internazionale – vedi ad esempio cineasti come Steven Soderbergh, Quentin Tarantino, Lars Von Trier ed ultimamente i fratelli Dardenne, trionfatori lo scorso anno – quest’anno sembra che le cose debbano andare diversamente: gli esperti più maliziosi hanno infatti sussurrato l’ipotesi che il cartellone principale sia stato allestito apposta perché alla fine prevalga il nuovo film di Pedro Almodòvar, “Volver”, un autore da sempre amato sulla Croisette, ma mai troppo considerato nelle premiazioni finali: nel 1999 il suo capolavoro “Tutto su mia madre” (Todo Sobre Mi Madre, 1999) ricevette il premio per la miglior regia, quando tutti lo vedevano favorito per la Palma d’Oro.

Quest’edizione potrebbe quindi risarcire il grande regista spagnolo, che come avversario principale sembra avere probabilmente soltanto l’attesisssimo “Babel” (id., 2006) di Alejandro Gonzales Inarritu – che però potrebbe ottenere qualche riconoscimento per gli attori, visto il cast internazionale assolutamente “glamour” che comprende tra gli Brad Pitt, Cate Blanchette e Gael Garcìa Bernal.

Se questo discorso può valere per Almodòvar, lo stesso dovrebbe eser eprò per un altro maestro del cinema europeo, Ken Loach, cineasta da sempre ritenuto troppo impegnato per poter competere per i premi più importanti: il suo “The Wind That Shakes the Barley” (id., 2006) racconta degli anni ’20 e della guerra d’indipendenza irlandese, e sembra essere una delle prove più mature di questo grande regista, che più di dieci anni fa si era visto clamorosamente estromettere dall’intero palmares con il suo capolavoro “Terrà e Libertà” (Land and Freedom, 1995), altro lungometraggio in costume che trattava la guerra civile spagnola.

Poche possibilità di vittoria finale ha a nostro avviso il vibrante “Il Caimano” del nostro Nanni Moretti, che qui a Cannes ha già ottenuto due riconoscimenti, tra cui quello più importante andato a “La stanza del figlio” (id., 2001). Qualche chance in più potrebbe averla invece “L’Amico di famiglia” di Paolo Sorrentino.

Tra le altre opere in concorso da cui potremmo aspettarci gradite sorprese vogliamo segnalare “Southland Tales” di Richard Kelly, già autore del cult generazionale “Donnie Darko” (id., 2001). Forse per lasciare spazio ad Almodòvar appunto, tutta una serie di opere di enorme interesse sono state poi inserite nelle sezioni collaterali: le pellicole di William Friedkin, Gus Van Sant, Kevin Smith, Marco Belloccio e molti altri eleveranno senza dubbio l’attenzione verso le opere fuori concorso, nobilitando ancor di più una rassegna che anche quest’anno garantisce un cinema di prima qualità, sia a livello artistico che per quanto concerne l’attenzione del grande pubblico.