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BREAD AND ROSES

"Bread and Roses", l'America vista da Loach

Loach

14.04.2003 - Autore: Luca Ragazzi
Il primo film americano di Ken Loach, uno degli ultimi registi comunisti in circolazione che da sempre racconta storie di emarginati, disoccupati e reietti della società, non si rivela essere pienamente riuscito. Allorigine del problema è senzaltro largomento trattato: le traversie delle lotte sindacali che videro protagonisti gli addetti alle pulizie, perlopiù latino-americani e clandestini, allombra dei grattacieli di Los Angeles. Tanto è nobile lintento quanto anti-cinematografica la tematica. Il film, inoltre, mette troppa carne al fuoco e alla fine, tra storia damore, clandestini, famiglie distrutte e lotte sindacali, non si capisce bene dove Loach voglia andare a parare. Ma sarebbe ingiusto dire che il film è scritto male: la sceneggiatura è di Paul Laverty che con Loach ha già collaborato in passato per La canzone di Carla e My name is Joe e che, in qualità di avvocato, ha vissuto a Los Angeles occupandosi dei problemi legali dei latino americani. Infatti il rapporto tra le due sorelle (valga per tutta la scena della rivelazione) e la storia damore che cresce piano piano tra la bella Maya, (Pilar Padilla) e il fascinoso leader sindacale Sam, interpretato dalla rivelazione di Hollywood Adrien Brody (Summer of Sam, Liberty Heights) sono descritte con mano asciutta e sicura. Quello che non funziona risiede più che altro nella visione manichéa della società cui Loach ci ha ormai abituati, dove i buoni sono senza macchia e i cattivi sembrano usciti da una fiaba dei fratelli Grimm. Il rischio che la vicenda scivoli sul patetico è alle porte (e in questo senso, luso che il regista fa della musica, non aiuta). Alla fine la morale è sempre quella: lunione fa la forza, anche in America, patria dellindividualismo tout court.  
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