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Bordertown

La terribile storia di Juarez, dove giovani lavoratrici da oltre 13 anni vengono uccise e stuprate da misteriosi assassini, è il tema dell'ultimo film di Gregory Nava

Bordertown

12.04.2007 - Autore: Stefania Seghetti
 

Con questo lavoro Gregory Nava torna dunque al tema della frontiera tra Messico e Stati Uniti, già indagata nel suo “El Norte” del 1984 e lo fa  con la volontà di portare alla luce fatti ancora troppo pochi conosciuti dal mondo. Un atto d’accusa il suo che non disdegna però toni dal sapore hollywoodiano  - e forse poco utili all’economia del film -  come un certo indugiare sul passato legame tra i due giornalisti Lopez-Banderas o sull’infanzia segreta di lei.  Presentato in concorso alla scorsa Berlinale Bordertown ha come punto di forza il grande merito di trattare un argomento che ha bisogno di avere quanta più visibilità possibile e di sicuro il film offre autentiche emozioni da thriller. Sotto sotto, però, rimane la convinzione che un argomento come questo avrebbe potuto fare a meno di alcune scene di contorno senza perdersi troppo in suggestioni da cinema ‘commerciale.

Una curiosità: il progetto di Bordertown – girato in digitale ad alta definizione – ha richiesto circa sette anni per essere realizzato e la produzione ha dovuto superare notevoli ostacoli sulla strada della buona riuscita, non ultimo il boicottaggio locale e la difficoltà di girare nella stessa Juarez (la maggior parte delle scene ha infatti come location il New Mexico).