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Arrietty - La nostra recensione

Lo Studio Ghibli torna alla carica con un film scritto da Hayao Miyazaki. Una fiaba classica che scalda il cuore

Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento 5

13.10.2011 - Autore: Marco Triolo
Da sempre lo Studio Ghibli è sinonimo di cinema d'autore di grande qualità, e dimostra come l'animazione possa essere utilizzata come mezzo espressivo e vada ben al di là dell'intrattenimento per più piccoli. Non fa eccezione “Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento”, lungometraggio d'animazione presentato allo scorso Festival di Roma, scritto da Hayao Miyazaki e diretto da Hiromasa Yonebayashi, esordiente che ha iniziato come animatore. C'è poco da fare: quando lo Studio Ghibli decide di girare un film fiabesco è difficile che sbagli. E' il caso dell'anime di Yonebayashi, che si ricollega direttamente alla tradizione raccontando una storia dallo svolgimento classico e personaggi archetipici senza mai annoiare neanche per un secondo.

Arrietty con il padre in una scena del film

Gran parte del merito va alla scrittura delicata di Miyazaki, capace di delineare storie e personaggi che non hanno nulla di nuovo ma che, appunto, contengono in sé la tradizione delle fiabe. La storia è quella di Sho, un ragazzino malato di cuore che trascorre l'estate nella casa di campagna della nonna, in attesa di un'operazione che potrebbe salvarlo o condannarlo. Presto scopre che sotto la cascina, in una casa minuscola, vive una famiglia di uomini in miniatura: padre, madre e la figlia Arrietty. I tre fanno parte della stirpe dei “rubacchiotti”, creaturine che sono solite sequestrare piccoli oggetti dalla casa degli umani, durante la notte. C'è una sola regola: non essere scoperti. E quando Sho fa amicizia con Arrietty, i suoi genitori decidono che è ora di partire.

Sho scopre Arrietty

Lo svolgimento ricorda quello de “Il mio vicino Totoro”, principale capolavoro di Miyazaki (e infatti il Totoro è diventato il simbolo dello Studio). Yonebayashi ne mantiene il senso della scoperta di un mondo fantastico che si credeva inesistente o estinto, e bastano pochi tocchi registici e brevi linee di dialogo per scaldare il cuore. Certo, se “Totoro” è il punto di riferimento, è ben lungi dall'essere raggiunto. Ma gli splendidi disegni, i colori e le animazioni sono sufficienti per conquistare e tenere incollati alla poltrona grandi e piccini. Nell'era dell'animazione digitale, Ghibli e Miyazaki continuano a provare che c'è anche una via per l'animazione tradizionale. Chi condivide questo, farà meglio a non perdere “Arrietty”.

Arrietty” è distribuito nelle nostre sale da Lucky Red.