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Ai confini della realta'

Ai confini della realta'

Final Fantasy

18.07.2001 - Autore: Leonardo Godano
Lo spot che per mesi ha invaso lAmerica diceva: Final Fantasy, quando la fantasia diventa realtà. E da una parte così è stato. La trasposizione su pellicola della leggendaria saga di giochi di ruolo per console Final Fantasy, interamente interpretato da attori digitali è finalmente nelle sale americane da una settimana. E subito conquista il quarto posto in classifica con $11.5 milioni dincassi.   In America si è acceso subito un infuocato dibattito. Da una parte i sostenitori del digitale, delle nuove tecnologie e soprattutto dei nuovi attori sintetici, dallaltra due mostri sacri del cinema hollywoodiano quali Steven Spielberg e Tom Hanks a difendere la categoria.   150 artisti grafici hanno lavorato per mesi alle Hawaii nel grandioso quartier generale della Square nel centro di Honolulu. La Square è la multinazionale giapponese, leader nei giochi per console, ideatrice della saga Final Fantasy e produttrice del film. Nello staff di produzione cè Hironobu Sakaguchi regista del film, vero e proprio inventore della saga, Jun Aida (Street Fighter: The Movie), e lo sceneggiatore Al Reinert (Apollo 13). Infine, il direttore del reparto animazioni è Andy Jones (Titanic e Godzilla). Non si ammalano, non arrivano tardi e soprattutto non fanno i capricci. Affermano ridendo i tecnici. Per capire meglio come sia possibile un livello di animazione così alto, tale da rendere impercettibile che a recitare non sia un uomo bensì una sua riproduzione digitale riportiamo una significativa dichiarazione di un tecnico della Square: Di solito nei film vengono ritoccate digitalmente con il computer le rughe degli attori, per creare un aspetto più idoneo al ruolo del personaggio in quel film. In Fanal Fantasy abbiamo seguito il processo inverso: i nostri grafici hanno infatti intenzionalmente aggiunto delle rughe alle texture della pelle al fine di rendere laspetto del personaggio più realistico e naturale. Insomma abbiamo creato nuovi mondi senza alcuna limitazione e i nostri attori sono semplicemente perfetti.   Come in ogni idea che possa rivoluzionare il nostro quotidiano cè laltra faccia della medaglia. E a scendere in campo per primi contro questo plotone di attori digitali sono stati Spielberg e Hanks che si associano subito nel lanciare un preoccupato allarme su questa invasione. Tra qualche anno non riconosceremo più se sullo schermo chi recita è un uomo o un suo figlio digitale. Afferma un pensieroso Tom Hanks.   La certezza generale è che questo film segna una svolta radicale nella storia del cinema e nelle nuove forme linguistiche, ma forte è la sensazione che, lattore digitale e i suoi risvolti sintetici rimangono sullo schermo senza penetrare nella pelle e nel cuore dello spettatore.  
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