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A torto o a ragione

A torto o a ragione

A torto o a ragione

14.04.2003 - Autore: Angelica Bianco
(Taking Sides) Regia di Istvàn Szabò con Harvey Keitel, Stellan Skarsgard, Moritz Bleibtreu   Si può essere colpevoli, senza aver commesso alcun reato, per il solo fatto di essersi compromessi con un regime politico, salvaguardandosi così dalle conseguenze di una coraggiosa ribellione? Questo è il messaggio, quanto mai attuale, che il regista ungherese Istvàn Szabò lancia nel suo nuovo film A torto o a ragione in uscita nelle sale italiane il 22 marzo e presentato fuori concorso, come evento speciale, nel recente Festival di Berlino. Ripreso da una pièce teatrale dellinglese Ronald Harwood, che è anche sceneggiatore del film, il lavoro propone in modo vigoroso il difficile rapporto tra arte e politica che può diventare drammatico in momenti storici come il nazismo o in altri regimi totalitari. Nella Berlino del dopoguerra, il più celebre e apprezzato direttore dorchestra tedesco Wilhelm Furtwangler (Stellan Skarsgard) viene accusato di connivenza con il passato regime ed è un ostinato e rozzo maggiore americano, Steve Arnold (Harvey Keitel), a portare avanti le indagini per cercare di dimostrarne la colpevolezza. In realtà spiega il cineasta ungherese, nel corso della conferenza di presentazione del suo film non mi interessava ricostruire laspetto storico della vicenda personale di Furtwangler, bensì il difficile connubio che si crea tra arte e propaganda politica. Buona parte del film ruota intorno ai duri interrogatori subiti dal celebre direttore dorchestra, colpevole, allapice del successo, di essere rimasto in patria, da qui il sospetto di essersi asservito ai potenti, mentre molti altri artisti scelsero volutamente lesilio. Ma Furtwangler, fine intellettuale e musicista stimatissimo, si difende strenuamente convinto di aver operato a difesa del bene supremo dellarte e ricorda allo spietato inquisitore quanto egli avesse fatto per salvare centinaia di artisti ebrei. In mezzo a questo scontro di caratteri sfilano le testimonianze di alcuni orchestrali a favore di Furtwangler e nasce una tenera storia damore tra i due collaboratori di Arnold che innamorandosi riusciranno a restituire umanità a questo agghiacciante processo a porte chiuse. Alla fine il grande musicista sarà scagionato da ogni accusa, ma il suo nome resterà comunque macchiato e la sua fama sarà oscurata da un nuovo astro nascente della musica tedesca : Herbert von Karajan . Un cast di attori eccellenti tra cui giganteggia Harvey Keitel. Un esempio ben riuscito di come larte del cinema, intesa come semplice intrattenimento, celebra una grande pagina di cultura e di morale del secolo trascorso. Un film asciutto, a tratti crudele, ma beatificato, dallinizio alla fine, dalle sublimi note di Beethoven, dalle dolci atmosfere schubertiane e dalla briosa musicalità dello swing.