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300

Imprevisto e piuttosto clamoroso successo di pubblico in America, arriva sulle nostre sale la trasposizione cinematografica dell'omonima graphic novel del grande Frank Miller

300

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Gli ambasciatori persiani arrivano a Sparta per proporre a re Leonida (Gerard Butler) di sottomettersi all’impero di Serse (Rodrigo Santoro) ed avere salva la vita. La risposta dello spartano è perentoria, la guerra è inevitabile. Nonostante il parere contrario del consiglio e dei sacerdoti, Leonida raggruppa un manipolo di trecento soldati valorosi e si dirige alle Termopili, uno stretto dove ha intenzione di fermare il più possibile lo sterminato esercito asiatico. Una serie di battaglie sanguinose avverrà tra greci e persiani, in una pagina destinata a catapultare nella legenda i valorosi guerrieri spartani che difesero la loro terra e soprattutto i loro ideali contro il tiranno straniero.

Imprevisto e piuttosto clamoroso successo di pubblico in America – più di 70 milioni di dollari incassati solo nel primo weekend, quando se ne prevedevano circa la metà – arriva sulle nostre sale la trasposizione cinematografica dell’omonima graphic novel del grande Frank Miller, che già aveva co-diretto insieme a Robert Rodriguez il precedente esperimento di adattamento di “Sin City” (id., 2005).

Il giudizio su questa opera seconda di Zack Snyder non può di certo essere positivo: tanto la messa in scena è infatti magniloquente e testostronica, tanto si capisce allo stesso tempo la sua quasi totale vacuità; “300” è un lungometraggio del tutto esteriore, perfettamente realizzato sotto l’aspetto squisitamente formale ma incapace di smuovere l’anima dello spettatore se non attraverso un bombardamento sensoriale di suono ed immagine. Dalle musiche sparate alla fotografia densissima, tutto partecipa ad immergere chi guarda in un vortice dal quale è difficile uscire, ma che alla lunga stanza invece di affascinare e rivela la sua inconsistenza endemica. La regia di Snyder si rivela ben presto più furba e funzionale che realmente ispirata, a parte alcuni guizzi di buon cinema che si possono scorgere qua e la dove meno te lo aspetti, e cioè in un paio di scene di preparazione, cariche di tensione ed attente all’importanza dei dettagli – vedi ad esempio la già famosa sequenza del confronto tra Leonida e l’ambasciatore persiano.

Per quanto riguarda i contenuti della pellicola, quando non risultano ambigui si rivelano allora inesistenti: “300”  si poggia su una sceneggiatura ripetitiva nel proporre sempre gli stessi discorsi ammantati di machismo da supermarket, ed incapace di cambiare il ritmo del film una volta che inizia la battaglia delle Termopili. Sfruttando la già collaudata presenza fisica ed il carisma di Gerard Butler il film si dipana per quasi due ore in maniera esageratamente ostentata, fino ad arrivare ad un’overdose di adrenalina che disturba invece di esaltare, anche nell’uso parossistico della violenza.

Formalmente roboante, “300” si rivela ben presto un mezzo bluff, capace di stordire ma non di conquistare. Oltre alla forza della visione, sarebbero state necessarie anche la profondità dello sguardo e la sensibilità del racconto, qui totalmente mancanti.