NOTIZIE

Witchblade

Ambientazioni metropolitane ipnotiche, agghiacciati, scenari urbani, bassifondi newyorkesi, serial killer, assassini irresistibili, donne procaci e bellissime, atmosfere alla John Woo e situazioni alla Quentin Tarantino e tanto palpabile erotismo.

Witchblade

19.05.2009 - Autore: Maria Elena Capuano
Arriva su Italia 1 dal lunedì al venerdì a mezzanotte il serial tv ”Witchblade”. La serie televisiva si ispira liberamente al fumetto omonimo già conosciutissimo negli USA da dove è partito qualche anno fa. È già una serie televisiva nata nel giugno 2001 e terminata nell’agosto 2002 per la TNT proprio in terra d’oltreoceano. Sono in programmazione 23 puntate per due stagioni più un film pilota. La pellicola ha la regia di Ralph Hemecker e la conturbante eroina ha il volto più che le curve di Yancy Butler. Il fumetto originale nasce dai laboratori della Image, divisione dello studio Top Cow che forte del successo di Spawn, ha prodotto un altro cult del fumetto statunitense. La serie è stata creata da un’idea di Marc Silvestri e affidata alla creatività di un prolifico team di cui hanno fatto parte Christina Z e David Wohl e che ha palesato il talento del disegnatore Michael Turner.   Ma andiamo con ordine. Protagonista è l’italoamericana Sara Pezzini, detective della squadra omicidi di New York, figlia di un ex poliziotto assassinato da uno sconosciuto. Dopo aver cantato in una band rock, entra nella polizia per vocazione. Durante la sua carriera investigativa cade vittima di un agguato riportando gravissime ferite. È proprio in questa occasione che la nostra eroina fa il suo incontro con “la lama stregata”, il Witchblade, incontro che suo malgrado le cambierà la vita. Infatti, con il favore delle tenebre Sara Pezzini diventa una invincibile paladina della giustizia dotata di poteri a metà tra una forza sovrannaturale e virtù mistiche. Si tratta di un guanto d’armatura rinvenuto durante uno scavo archeologico. La sua origine è ignota e viene denominata Witchblade da oscuri testi apocrifi che attribuiscono alla micidiale arma una sorta di coscienza primaria che la porta a scegliere per ogni generazione una donna che la possederà e dovrà farne buon uso. La terribile lama aiuterà la protagonista a sconfiggere i malfattori e le oscure forze del male.   Witchblade è stata accolta fin da subito da un clamoroso successo di critica e di pubblico per il suo essere dark e metropolitano come nella migliore tradizione del genere, ma soprattutto per la geniale matita di Michael Turner, non solo disegnatore ma anche co-sceneggiatore dei primi numeri. Se si considera che il fumetto è diventato subito un vero cult, il film poteva dare sicuramente di più. Resta comunque molto vicino alla storia originale, ma sforzandosi di essere un buon film il regista abbonda in effetti, spesso superflui e roboanti, ricercati ed eccessivi. I dialoghi sono spesso banali. Assolutamente fuori luogo la voce fuori campo della protagonista. I tempi sono lenti, poco incalzanti come si dovrebbe, scarse le scene d’azione e poco calzanti. Witchblade resterà di certo un ottimo fumetto, ma non lo ricorderemo di sicuro per il film. La Butler? Non rende assolutamente omaggio alle forme e al carnoso carisma della Pezzini versione comics.
FILM E PERSONE