NOTIZIE

Visioni e divisioni

Il finale di "Lost" ha incollato alla tv milioni di spettatori di tutte le nazionalità provocando malumori, soddisfazioni, gioie, dolori e... smarrimento.

Lost 6 The End

25.05.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
Emotivo. E per una serie che ci ha fatto credere per anni di fondarsi su basi razionali prima, collegamenti matematici poi, dietrologie cospiratorie un po’ più in là, attività paranormali ancora più in là, e infine fede, in un progressivo abbandono di quella ragione iniziale a cui Jack era attaccato come un ragno, una conclusione emotiva e mistica è in fondo un bel colpo di scena e insieme l’unica strada rimasta. In effetti il protagonista è sempre stato lui - Jack Shepard - e tutto quello che abbiamo visto riguardava lui, la sua redenzione spirituale, il suo percorso verso una vita che non si aggiusta sempre con il bisturi e che non si accontenta delle certezze scientifiche se il tessuto delle emozioni e dei dubbi è trascurato. La simmetria dell’apertura/chiusura dell’occhio nel canneto dietro la spiaggia è infatti l’unica conferma che gli autori rendono perfettamente leggibile.

La sensazione è che l’iperproduzione non abbia trovato però uno stoccaggio adeguato. A vincere sono l’amore, le emozioni, e i personaggi. Soprattutto i personaggi che mai in nessuna serie hanno saputo rappresentare così dolorosamente e profondamente la natura umana. Ci sono però dei passaggi sconclusionati e un po’ caotici che producono smarrimento. Siamo tutti “lost”. Questo il succo.

Insieme ad una spiegazione mistica che trasforma l’alternative universe in un limbo e che grazie alle musiche di Giacchino eleva lo spirito degli scettici, o per lo meno lo confonde, arrivano scariche di ricordi che toccano tutte le corde di chi ha viaggiato insieme ai personaggi. E’ proprio la fine. E se bisogna trovare una ragione per sentirsi delusi dalle false piste seminate lungo il tracciato, dalle domande, dalle ambiguità che affollano lo show e che continueranno oltre lo show non sarà certo un problema. C’è però un altro esercizio che si può fare: provare gratitudine per aver partecipato ad un’esperienza senza uguali che è quella bellissima di perdersi.


Per approfondimenti vi invitiamo a visitare il nostro speciale su “Lost”.