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Veep: c'è del marcio a Washington DC

La HBO cala un altro asso. Si chiama Veep e si diverte ad oltraggiare il potere con una scrittura cinica e un cast eccezionale.

Veep

25.07.2012 - Autore: Ludovica Sanfelice
Le manipolazioni dei media, le pressioni delle lobby, l'incompetenza del proprio entourage, la tirannia di un sistema che corrompe e riduce tutti ad obbedire all'unica necessità di auto-preservarsi. E' chiaro che Selina Meyer, Vice Presidente in carica degli Stati Uniti d'America, dovrà muoversi con un coltello tra i denti. Ed è meglio che non sia fatto di quel materiale eco-friendly che le piace promuovere. Se ancora non lo sapevate, non c'è posto migliore di quello all'ombra della Casa Bianca per mettere in scena la commedia tragica del potere, dell'ego, del cinismo. E' lì che tutti i fulmini cadono a terra, è lì che ripara la presidenza quando qualcosa va storto o, nel migliore dei casi, è solo una tremenda seccatura.

Julia Louis-Dreyfus

Vedere Veep, ultima creatura della famiglia HBO, è un pò come leggere il West Wing di Aaron Sorkin al contrario e sentire chiaramente la voce diabolica di Washington. In effetti Armando Iannucci (The Thick of It), autore dello show, è una versione killer di Sorkin ripulita da quei "tediosi" sentimenti, da quegli appelli agli ideali, dal quel narcisismo radical che sa lanciare palle ad effetto (Sorkin conosce bene il baseball...). In comune i due hanno l'amore per la parlantina che si arrampica veloce sulle corde di un coro di attori addestrati come miliziani.
Qui però la falange armata infrange il muro del riguardo nei confronti della restricted area in cui pascolano i leader dell'Occidente per fare strada all'indicibile, all'oltraggio, alla risata scatenata. A generarla è il caos, quello fatto di scandali e frasi inopportune per cui bisogna passare giornate di lavoro a ritrattare, a scusarsi, ad umiliarsi pubblicamente mentre si infila un'altra gaffe, altre ritrattazioni, altre scuse, altre umiliazioni. Sennò domani che si fa?

Veep se ne infischia del colore politico, non c'è spazio per gli ideali. Selina, proprio come il potere, non ha bandiera, se non quella americana oversize esposta in bella vista nel suo studio. Il gioco è saltare di palo in frasca trascinandosi dietro un gruppo di lacchè che fanno e disfano ogni iniziativa e rammendano alla buona gli strappi continui inflitti al buonsenso, possibilmente adottando le soluzioni meno sensate, così la follia finalmente trionferà.

Ma per disegnare bene disastro e inettitudine, servono perizia e calcolo matematico. Veep è infatti una macchina da guerra, un equilibrio mirabile di scrittura, ritmo e recitazione. Un paradosso bellissimo in cui confluisce la storia di gente che non sa lavorare, raccontata da persone che lavorano al massimo delle loro potenzialità. Tutte al servizio di quel vizio meraviglioso che è la profanazione.

Veep il cast

Per parlare dei meriti di ciascuno dei membri del cast bisognerebbe disporre di molto più spazio. La via più facile è pescare a campione la protagonista, Julia Louis-Dreyfus, allevata sul palco del Saturday Night Live da gente come Larry David di cui, in questo show, sembra l'alter ego in gonnella. A tanti anni dalla serie Seinfeld, finalmente le capita a tiro un personaggio come Selina e con l'istinto di un rapace lei lo afferra e lo trasforma in una meritatissima nomination agli Emmy.

Selina al posto suo avrebbe già il discorso di ringraziamento e sarebbe scritto malissimo.
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