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Uno splendido trentenne
C'è un'intera classe di cantori che hanno messo al centro dei loro soggetti i neotrentenni: contraddittori, insicuri, innamorati della vita, incerti sul futuro e con una gran voglia di restare adolescenti. Volo ci parla del suo modo di vedere i trentenni.

12.04.2007 - Autore: Teresa Manuela Plati
Passiamo, invece, alla tua trasmissione "Coyote". Il titolo è un omaggio a Willy?
F.V.:"In realtà, il titolo doveva essere 'Peyote'. Ce l'hanno bocciato perché sembrava un'istigazione alle droghe, anche se mi continua a piacere quello. Del resto, anche Coyote non è male un po' per quella filosofia legata al caro vecchio Willy del "non mollare mai"."
Nel corso della trasmissione si trattano argomenti piuttosto seria. La scelta di un'ambientazione messicaneggiante è voluta per sdrammatizzarne il tono?
F.V.:"No, è stata piuttosto un po' casuale. Ci è piaciuta e l'abbiamo lasciata così.
Gli argomenti sono seri, ma manteniamo un tono ironico e anche un po' irriverente, o meglio, politicamente scorretto come la finta raccolta di arance che faremo domenica. Vogliamo prendere in giro la tv e quel buonismo un po' troppo diffuso, incastrato tra argomenti d'amore e buoni propositi: ci piace un po' sfottere questa modo di fare che, forse, non è del tutto onesto."
Muccino, Maria Sole Tognazzi con il film "Passato prossimo", Luca Bianchi che ha pubblicato da poco "Istant love". C'è un'intera classe di cantori che hanno messo al centro dei loro soggetti i neotrentenni: contraddittori, insicuri, innamorati della vita, incerti sul futuro e con una gran voglia di restare adolescenti. Sei d'accordo con la descrizione che ne viene fatta?
F.V.:"Non ho visto i film di Muccino perché non mi ispirano molto, i suoi come altri.
Detto ciò, sono cosciente che seguendo questo istinto perdo sicuramente ottimi lavori, punti di lettura e storie bellissime che dovrei conoscere o varrebbe la pena di farlo. E' difficile esprimere un punto di vista senza conoscere questi film, ma penso, con il beneficio del dubbio, che a volte le storie raccontate abbiano una chiave di lettura troppo facile, quasi scontata.
Di "Casomai" mi piaceva proprio l'idea che i due trentenni, invece, ci credevano. Lavoravano e nessuno dei due voleva fuggire in India o nei Caraibi ad aprire l'agognato chioschetto in riva al mare, nessuno dei due voleva rimanere adolescente."
Hai dato una definizione bellissima del mestiere del panettiere: "un lavoro religioso", che ti ha insegnato il rispetto per gli altri perché "una volta che hai impastato il pane, quello verrà mangiato, entrerà dentro altre persone, verrà accolto da sconosciuti senza difese, senza filtri". Per questo stesso senso del rispetto, cosa non faresti o non diresti mai nell'ambiente nel quale lavori?
F.V.:"Pur non facendo dei capolavori televisivi, letterari o quant'altro tengo sempre forte il senso del rispetto per la vita e i suoi valori con ironia e voglia di giocare, ma senza mai andare oltre. Almeno ci provo!"
Compirai 31 anni a giugno e hai già raggiunto dei risultati importanti. Cosa desidera l'ex iena buona nell'immediato futuro?
F.V.:"Professionalmente adesso sono contento. A giugno scadranno i contratti con la radio e Mtv, il libro è uscito e ho la prospettiva di un'estate libera da impegni. Spero, in seguito, di continuare ad avere la possibilità di fare cose che amo: scrivere un libro o un programma tv."