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Underworld

Un po' "Matrix", un po' "Il Corvo", un po' "Batman", un po' "Tomb Raider" con quell'eroina - una Beckinsale in forma smagliante - in aderentissima tuta nera di latex a trascinarci dentro la lotta millenaria tra Vampiri e Licantropi.

Underworld

12.04.2007 - Autore: Elena Dal Forno
di Len Wiseman con Kate Beckinsale, Scott Speedman   Di tutto un po\', potremmo definirlo cosi questo gotico e darkettone film. Un po\' "Matrix", un po\' "Il Corvo", un po\' "Batman", un po\' "Tomb Raider" con quell'eroina - una Beckinsale in forma smagliante - in aderentissima tuta nera di latex a trascinarci dentro la lotta millenaria tra Vampiri e Licantropi.   Una guerra che si snoda ormai da tempo immemorabile e che solo una persona potrebbe fermare, un umano, Michael Corvin, il cui sangue ha delle caratteristiche molto particolari... deriva infatti da un discendente il cui sangue purissimo ora potrebbe preservare la specie dei Lycan, costretta a vivere in clandestinità dai Vampiri. Ma in questi classici film di genere, poco importa quello che si racconta durante le due ore filate di film. Anche perchè molto di quello che ci viene propinato è frutto di un inesistente spessore psicologico dei personaggi o di particolari assolutamente ridicoli. Che dire infatti della divertentissima tutina "rugosa" che indossa Bill Nighy-Viktor appena risvegliato da Beckinsale-Selene? Come mai Selene e Micheal si innamorano? E soprattutto chi se ne importa dato che questo microbacio tra i due non aggiunge nessun sale alla storia... Perchè Kraven, il capo dei Vampiri, ha la stessa identica mimica facciale qualunque cosa gli accada?   Tutti pretesti per inchiodare lo spettatore alla sedia e fargli godere dei miracoli della computer grafica e degli scontri tra le due bande rivali. Magistrali alcune scene di lotta, come quella d'apertura nella metropolitana e quella nei sotterranei dove Selene con doppia pistola nelle mani si apre la via di fuga sfondando un pavimento proprio con le sue pallottole. Bellissimi poi gli effetti speciali sui volti di Lucien (il capo dei Lycan) e Michael, le cui vene vanno gonfiandosi fino quasi ad esplodere "dentro" il corpo, o le trasformazioni da pseudo-uomini a licantropi veri e propri.   Girato senza un raggio di luce in una Budapest cupa, ombrosa e sotterranea piu' che mai, "Underworld" suggerisce spesso l'idea che nessuna via d'uscita o nessuna speranza reale di chiudere le guerre sia possibile. Il regista, che in altre lavorazioni cinematografiche ha lavorato nei dipartimenti artistici, dimostra qui, al suo primo lungometraggio, di sapere molto bene come regalare uno splendido "look" ai suoi film. Ecco, quando Wiseman ci tiene attenti con episodi di azione o si sofferma attraversando le sue atmosfere notturne, il film si alza davvero di livello, quando pretende di raccontare o di infilarsi dentro le menti dei suoi personaggi perde totalmente di vigore.   "Underworld", comunque, pur essendo questo mix infinito di citazioni vampiresche mantiene una misteriosa aura di "guardabilità" che potrebbe farlo diventare un cult movie, magari di serie B, ma pur sempre cult.   Molto va detto è anche merito del glamour strano della Beckinsale: senza mostrare neppure un centimetro di pelle, stretta com'è in quella sua tutina-Batman-CatWoman di vinile nero, sprigiona più allure di molte sue colleghe costantemente nude.