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Una lunga notte
Sottolinea Ilaria Cirino, regista di "Una lunga notte": "Il linguaggio televisivo non ha nulla a che vedere con quello cinematografico, per questo prima di girare il film ho fatto un lungo lavoro preparatorio con gli attori."

12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
Per il suo esordio nella regia televisiva Ilaria Cirino, ventinove anni e un cognome impegnativo (è figlia dellex ministro Dc Paolo Cirino Pomicino), ha scelto un tema difficile e rischioso: la delicata questione dei trapianti e del traffico dorgani. Una scelta coraggiosa per la giovane regista che, dopo essersi fatta le ossa come assistente alla regia di Lina Wertmuller, Marco Tullio Giordana e Giulio Base, ora è pronta per il grande salto. Una lunga notte-questo il titolo del Tv movie- andrà in onda venerdì 19 gennaio su Raiuno e, come afferma il direttore di Rai Fiction Stefano Munafò, la scelta non è casuale.
E consuetudine di Raiuno afferma Munafò offrire film televisivi di carattere sociale. La Rai non deve proporre solo format standardizzati, ma anche film che sollevano aspetti inquietanti legati a problemi morali ed il soggetto scritto dalla Cirino era in linea con queste caratteristiche. Interpretato da Stefania Orsola Garello, Massimo Venturiello e la piccola Julienne Liberto, con la partecipazione di Carlo Croccolo, Mariano Rigillo e Leila Durante, il film (costato due miliardi) è stato girato a Roma in cinque settimane. Una lunga notte racconta il dramma di una coppia che improvvisamente si trova a dover affrontare la gravissima malformazione cardiaca della figlioletta di otto anni, Carolina (Julienne Liberto). I genitori, Paola e Alberto (Stefania Orsola Garello e Massimo Venturiello) si scontrano con mille difficoltà: la lista dei trapianti è lunga e gli organi non sono sempre compatibili. Disperati, i due coniugi si rivolgono ad un faccendiere senza scrupoli (Carlo Croccolo), rappresentante di una fantomatica organizzazione sanitaria svizzera che offre la possibilità di far operare Carolina allestero, in una clinica privata dove un cuore compatibile è in vendita al prezzo di 300 milioni. Dopo molti sacrifici, vendendo tutto quello che hanno, la coppia versa al faccendiere la prima rata ma in seguito Paola apprende dal primario di un ospedale (Mariano Rigillo) che il traffico dorgani è una delle attività più lucrose di organizzazioni criminali. La donna scopre che nel caso di organi vitali, questi vengono espiantati senza il consenso del genitore, provocando la morte di bimbi innocenti. Uneventualità terribile che mette in crisi la coppia , divisa sulla decisione da prendere: Alberto è deciso a salvare la figlia in ogni caso, Paola non è disposta a farsi coinvolgere dal traffico criminale.
Un film drammatico e destinato a far discutere che, come dice la regista, vuol essere non solo una denuncia dellimmondo traffico degli organi, ma anche un invito a far crescere in Italia la cultura della donazione. Aggiunge la Cirino: La cosa più difficile da affrontare era il senso etico della madre, la linea sottilissima di confine fra il bene e il male. Laltro punto importante era mostrare il problema della donazione degli organi come un problema civile, di tutti, e devo dire che la legge sul silenzio-assenzio non ha migliorato le cose. La neoregista ha le idee chiare chiare e non sembra affatto intimorita dal debutto in prima serata su Raiuno. La sua passione resta comunque il cinema, rafforzata anche dal legame con gli zii Bruno e Franco Cirino, rispettivamente attore a aiuto regista. Il linguaggio televisivo sottolinea non ha nulla a che vedere con quello cinematografico, per questo prima di girare il film ho fatto un lungo lavoro preparatorio con gli attori. Lina Wertmuller mi diceva sempre che la sceneggiatura va riscritta tre volte e aveva ragione: la ringrazio ancora per i suoi insegnamenti . Va detto comunque che per essere unopera prima Una lunga notte è ben diretto e anche se ogni tanto affiora qualche ingenuità stilistica che sfocia nel melò, si tratta di un buon prodotto rafforzato anche da un validissimo cast. Soddisfatti del risultato finale anche interpreti, tutti molto coinvolti nella lavorazione del film. In Tv afferma la Garella mi sono stati spesso affidati ruoli drammatici e negativi, ma questa volta finalmente ho potuto interpretare un ruolo di profonda umanità. Più volte, durante le riprese, mi sono chiesta cosa avrei fatto io al posto di Paola. Entusiasta del suo ruolo anche Venturiello che commenta: Quanto al mio personaggio, ho cercato di mettere in risalto la confusione dei ruoli allinterno della coppia ed è stato bellissimo interpretare le fragilità di un uomo in contrasto con la forza della moglie. E la piccola Julienne Liberto? Io mi sono divertita moltissimo afferma con candore perché Ilaria mi ha trattata come un attrice vera, non come gli altri registi che mi davano solo le battute.