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Un programma di rottura

Il programma è condotto da Ippoliti innovativo e anche di rottura rispetto alla tipologia di programmi attualmente in onda sulle reti.

Il Paese delle Meraviglie

12.04.2007 - Autore: Teresa Manuela Plati
Dalla registrazione delle prime puntate, ti è sembrato che la gente comune che vi ha partecipato sia riuscita a mantenere la sua naturalezza di fronte alla telecamera?   G.I.: Il programma è - come ha detto giustamente Nepote - innovativo e, aggiungo io, anche di rottura rispetto alla tipologia di programmi attualmente in onda sulle reti. Chi ci seguirà, si accorgerà che non abbiamo da offrire ballerine, letterine con seni al vento e belle donne scosciate alla ricerca spasmodica dellaudience. Avremo due belle conduttrici, ma soprattutto molto professionale, dai volti freschi, nuovi e con tanta voglia di divertirsi come la gente che abbiamo coinvolto nei paesi visitati. Le persone non vengono preparate, sanno di non avere un seguito televisivo come quelli che appaino una volta e te li ritrovi in altre trenta trasmissioni. Non ambiscono a nulla, non devono vincere nulla, non vogliono diventare famosi. Hanno la consapevolezza che il giorno dopo riprenderanno il loro quotidiano con una esperienza divertente alle spalle, tutto qui.   Una volta hai detto che bisognerebbe evitare di fare programmi per ragazzi perché non ne hanno bisogno, sanno come si devono comportare.     G.I.: Si, basterebbe fare solo quelli che non vanno bene per i ragazzi che sanno bene cosa vogliono. Sono molto più svegli di noi e non hanno bisogno delle nostre indicazioni.   E cosè che ti incuriosisce della gente?   G.I.: Di quella vera, il fatto che ci sia ancora gente vera. La gente che parla senza costruzioni o secondi fini.   Hai anche detto che durante i tuoi passaggi televisivi cerchi sempre di dire qualcosa. A cosa ti riferisci, vorresti trasmettere qualcosa di te?   G.I.: Di me niente. Cerco sempre di dire qualcosa, non mi va di andare in video solo per promuovere la mia faccia. Mi piace dire delle cose, quelle che a volte vorrei sentire da altri e puntualmente non accade. Quando ho lopportunità lo faccio io. E giusto che qualcuno continui a fare più che una televisione, una comunicazione di svelamento: spesso mi sembra che sia tutto appiattito dietro ad unimmagine patinata che viene fornita al pubblico dove siamo tutti belli, siamo amici e siamo simpatici. Invece non è così, cè uninvidia enorme che viene camuffata dietro grandi sorrisi durante la messa in onda. Il nostro non sarà un programma di alta qualità, ma grazie allinterazione con Internet si aggancerà al tessuto della provincia italiana. Strutture di interi paesi si muoveranno per fare spettacolo, intrattenere. Punteremo sui contenuti conironia.
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