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Top Flop: The Playboy Club

Tra critiche in patria e visioni personali, Film.it descrive i 5 probabili motivi del fallimento di "The Playboy Club"

The Playboy club

25.10.2011 - Autore: Alessia Laudati
Non sempre il binomio corpi seminudi accessibili e provocanti è sinonimo di successo in televisione. The Playboy Club, serie tv targata NBC ambientata nel club di Chicago padre di tutte le conigliette, è stata cancellata in patria dopo solamente tre episodi e accompagnata da una scia di critiche volte a sabotarne la visione. Film.it raccoglie le opinioni della critica americana, ipotizzando le ragioni di un fallimento colossale in 5 step.

1. Influenza mediatica delle associazioni a tutela dei minori.
Il Parents Television Council, gruppo di pressione statunitense che monitora le serie televisive, ha istigato pubblico ed emittenti al boicottaggio, dopo che Tim Winter, presidente dell'associazione ha descritto la serie come “un disastro commerciale”, e “uno show erotico e degradante per l’immagine femminile”. Numerose associazioni attiviste contro la pornografia, in cerca di visibilità, hanno poi contestato e ostacolato la messa in onda. Ma i sogni di gloria dell’attivismo americano non sono abbastanza potenti da soli, a rendere il pubblico totalmente cieco e sordo, specialmente quello americano provvisto di dignità autonoma.

2. Critica americana.
Il Chicago Tribune definisce la serie come materiale ideale per le sale d’attesa. Un romanzo rosa televisivo pronto per essere consumato in luoghi di passaggio, precari e distratti. Secondo il giornale è corretta e accattivante l’ambientazione, mentre lo sviluppo narrativo soffre la mancanza di profondità e spessore. Il San Francisco Chronicles, sposta l’attenzione sulla qualità del prodotto aldilà di quelle che giudica sterili polemiche, definendo la sceneggiatura debole e banale.

3. La svolta femminista della televisione.
Al contrario delle consapevoli hostess di Pan Am, ricostruite accuratamente come il prototipo di un nuovo ideale di donna alla ricerca di indipendenza attraverso il lavoro, il sessismo esibito di The Playboy Club non nobilita le donne ma le rende schiave. Le conigliette sono delle ingenue donnine provinciali accecate dal miraggio del successo e addolcite dal buio del club, dove i contorni sono smussati e tutto brilla di paillettes, ma è solo luce artificiale riflessa. Indifese di fronte ad un sistema più grande corrotto e alla voracità maschile, alla quale per prime si offrono come vittime sacrificali. Assenti invece rimandi pornografici, piuttosto sono le figure estremamente superficiali e gli stereotipi alquanto tristi, ad innervosire e far virare verso figure più consapevoli, soprattutto se il gestore del club recita così il proprio personale antidoto alla gelosia nei confronti della moglie ex coniglietta:” Ecco perché l’ho sposata messa incinta e resa brutta”. 

4. Il titolo ingannevole.
The Playboy Club. Il titolo richiama il peccaminoso marchio di intrattenimento per adulti, e dipinge invece passioni grossolane che nulla hanno a che fare con il piccante ed il proibito. Quindi pubblico maschile deluso e lontano dal poter ammettere la somiglianza con un genere di uomo dipinto spesso come misogino e sfruttatore, e pubblico femminile, che non cede ai toni melò di una serie a tratti sessista, ma fondamentalmente brutta e poco accattivante per entrambe le metà della mela.

5. Davide contro Golia.
The Playboy Club contro Mad Men. Il paragone è inevitabile dato lo sviluppo nello stesso periodo storico, gli anni '60. Mad Men, racconta una società attraversata da profondi cambiamenti che lotta tra apparenza e sostanza e protetta dal mantello invisibile dell’ipocrisia del sogno americano, sempre all’altezza della complessità dell’argomento e delle trasformazioni sociali. The Playboy Club, gioca ad infrangere le regole ma si adagia su stereotipi fastidiosi e vecchi come un mondo femminile che non c’è più o che per primo ha smesso di essere così accondiscendente e disincantato nei confronti di se stesso.
 

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