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Too Big To Fail

Too Big to Fail - Il crollo dei giganti presentato oggi in anteprima al Festival di Roma. Una visione stimolante che ci riguarda da vicino. Una spiegazione da seguire con attenzione. Tutti, tutti quanti

Too big to Fail

02.11.2011 - Autore: Valeria Roscioni
“Dieci banche detengono ora il 77% di tutto il patrimonio USA. Sono state dichiarate troppo grandi per fallire”. Per una volta è lecito iniziare dalla fine, perché il finale è, tristemente, noto a tutti, con le banche americane che accettano i fondi dello Stato ma non li utilizzano per l’emissione di prestiti. Eppure To big too Fail – Il crollo dei giganti tiene incollati allo schermo dando vita ad una sorta di spiegazione for dumnies del recente crollo economico, di come a partire dal mercato immobiliare l’intero mondo della finanza sia finito per collassare per colpa dell’ingordigia di pochi.  “Stavamo facendo troppi soldi” si sente dire in una delle scene chiave a William Hurt nei panni del Segretario del Tesoro Hank Paulson, un funzionario prima ancora che un uomo costretto a vivere una corsa contro il tempo e destinato a veder fallire una dopo l’altra molte  delle maggiori entità finanziarie made in USA.

Un frustrante tentativo di salvare il Paese che rende il film una sorta di apocalyptic movie con la bolla economica al posto della meteorite letale a minacciare la vita sulla Terra così come l’abbiamo conosciuta. Il ritmo è tale che, pur non potendo dimenticare l’amaro finale, si rimane coinvolti. Non solo perché il cast è perfetto e composto da nomi noti, ma anche per la crudezza dei dialoghi che non temono di dire la verità, di puntare il dito contro chi ha sbagliato, e, soprattutto, contro chi dopo ha sciacallato approfittando dell’opportunità di acquistare una banca di Wall street al prezzo di un hot dog. Così quando Paul Giamatti fa un banale quanto esplicativo parallelo con la crisi del ’29 spiegando l’importanze del credito all’interno del nostro sistema economico, viene quasi voglia di prendere appunti. Di proiettare il film nelle scuole, nelle piazze, nelle mense delle aziende. Perché è il momento in cui se l’intrattenimento di livello diventa vera e propria scuola allora è il caso di approfittarne. Di cogliere al volo l’occasione offertaci da HBO di capire, quasi di toccare con mano, in una produzione che nulla teme per qualità e chiarezza. Una produzione che ha ben pensato di mettere in scena il momento in cui il Segretario del Tesoro si è messo a rastrellare fondi come un qualunque capitano d’industria in difficoltà. Abbiamo bisogno di capire cosa è successo, di poter scegliere con coscienza se indignarci. Ne abbiamo bisogno soprattutto noi, soprattutto qui, amena località turistica in cui nessuna TV privata si sognerebbe di fare un film altrettanto chiaro e coraggioso in grado di spiegare cosa sta accadendo.

L’appuntamento è per venerdì 4 su Sky cinema 1 alle 21:10 sperando che di fronte al piccolo schermo si ritrovi una piccola folla da cinema come ai tempi in cui ci si riuniva per guardare lo show del sabato sera di mamma Rai.

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