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The Magnificent Amberson

Per rendersi conto di quanta strada debba ancora fare la fiction italiana basta considerare uno dei migliori prodotti presentati in concorso al Venice International Tv Festival, "The magnificent Ambersons" di Alfonso Arau, remake del capolavoro di Orson Welles.

Venice International Television Festival

12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
Per rendersi conto di quanta strada debba ancora fare la fiction italiana basta considerare uno dei migliori prodotti presentati in concorso al Venice International Tv Festival, The magnificent Ambersons di Alfonso Arau, remake del capolavoro di Orson Welles affidato ad un cast di prim\'ordine che vede, oltre all\'astro nascente Jonathan Rhys-Meyers, Madeleine Stowe, Bruce Greenwood, Gretchen Mol, Jennifer Tilly e James Cromwell. Costato 30 miliardi di lire, il film e\' stato coprodotto dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis (gia\'produttori del nostro Incantesimo) e dal Victory Media Group in associazione con RKO Pictures. Girato in Irlanda, The magnificent Ambersons racconta l\'ascesa e il declino della dinastia degli Amberson. La storia segue le vicende di tre generazioni di una famiglia americana tra il 1884 e il 1913, intrecciando i cambiamenti sociali e tecnici dell\'epoca con una drammatica storia d\'amore. Rispetto all\'originale di Orson Welles del 1942, tratto dall\'omonimo romanzo Premio Pulitzer di Booth Tarkington - Arau arricchisce la sceneggiatura aggiungendo alcune scene tagliate all\'epoca in quanto ritenute scandalose ed il personaggio di George,` un giovane arrogante afflitto da un forte complesso di Edipo nel finale trova la redenzione attraverso il perdono del suo unico vero amore. Il tutto legato da una tragica visione di decadenza delle societa\' del tempo, arroccata fortemente ai suoi privilegi e incapace di accettare i mutamenti del nuovo mondo. Una fiction da far impallidire le produzioni di Rai e Mediaset ma che presto potrebbe arrivare anche in Italia, nonostante il produttore Guido De Angelis non nasconda il suo tentativo di destinare il film alle sale cinematografiche. Per il momento non e\' possibile prevedere se riusciremo a vedere gli Ambersons sulle reti Rai o Mediaset, ma l\'approdo sul piccolo schermo e\' sicuro. Al di la\' del valore del prodotto, The magnificent Ambersons conferma in pieno anche il talento di Jonathan Rhys-Meyers, ventiquattrenne irlandese arrivato al cinema quasi per caso. Dopo un\'infanzia difficile, cresciuto in un orfanatrofio ed espulso dalle scuole a 16 anni, Rhys-Meyer ha ricevuto la proposta di un provino per caso e da li\' e\' iniziata la sua carriera che lo ha visto dividersi tra cinema e Tv: oltre ad aver lavorato in Michael Collins di Neil Jordan, ha interpretato al cinema anche Titus e Velvet Goldmine, mentre per la Tv inglese ha girato la miniserie Gomenghast. Tra i suoi modelli recitativi cita Daniel Day Lewis e Philippe Noiret ma anche Massimo Troisi. Arrivato a Venezia per presentare il film di Alfonso Arau, dice: Non e\' stato difficile interpretare il ruolo di George, in ogni caso non ho voluto vedere il film di Welles per evitare di esserne influenzato, ho preferito lavorare al personaggio insieme ad Arau. Continua: Arau e\' messicano, ha una mentalita\' diversa dai latinoamericani per cui voleva che George fosse un ragazzo deciso, forte, non un personaggio lirico. Non perdetelo di vista: Rhys-Meyers è un attore coi fiocchi.
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