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The fog

L'ondata americana di remake di cult horror degli anni '70 ed '80 non riesce a fermarsi. Ecco adesso toccare ad uno dei film 'minori' del grande John Carpenter rivisitato da Rupert Wainwright

The Fog: Nebbia Assassina

19.05.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Nel piccolo villaggio di Antonio Bay arriva improvvisamente dal mare una fittissima ed inquietante nebbia, che inizia a disseminare morte e distruzione tra gli abitanti. Pochi uomini e donne si trovano a fronteggiare la maledizione che grava sul paesino, e che ha a che fare con i padri fondatori di Antonio Bay e con una misteriosa nave arrivata nel 1871. Tra gli scampati al massacro troviamo il giovane Nick (Tom Welling) e la sua fidanzata Elizabeth (Maggie Grace), tornata in paese perché attirata da una serie di incubi premonitori che riguardavano l’orrore scatenatosi con l’arrivo della nebbia. Ma come riuscire a salvarsi dall’orda di fantasmi assetati di sangue e vendetta?

Sembra proprio che l’ondata americana di remake di cult horror degli anni ’70 ed ’80 non riesca a fermarsi. Ecco adesso toccare ad uno dei film che ritengo “minori” del grande John Carpenter: rispetto all’originale, anche questa nuova versione subisce lo strano e recente fenomeno del “ringiovanimento”: i protagonisti principali diventano in questa nuova versione due ragazzi, eroi più giovani in grado di trasformare il film in un teen-movie capace di catturare una fascia di pubblico maggiormente elevata – lei è Maggie Grace, una delle protagoniste di “Lost” (id., 2004), la serie tv più bella del nuovo millennio.

A parte questa fastidiosa operazione di marketing ed alcuni vistosi buchi di sceneggiatura, questo nuovo “The Fog” si rivela però una gradita sorpresa, almeno riguardo quanto ci aspettavamo da una pellicola del genere. Wainwright, che già aveva stuzzicato la nostra immaginazione con l’interessante “Stigmate” (Stigmata, 1999), confeziona un’opera che in molti momenti si rivela suadente e precisa nel ritmo cadenzato; alternando buoni momenti di tensione a scene di raccordo che rendono al massimo la bellezza dell’ambientazione, il film scivola via senza particolari intoppi verso una soluzione della vicenda tanto scontata quanto funzionale. Quando la trama si deve sciogliere attraverso la resa dei conti, il regista opta piuttosto sorprendentemente per un uso degli effetti speciali che evitano il gore e si rifanno invece all’artigianalità dei vecchi “ghost-movie”. Sotto questo punto di vista “The Fog” propone al pubblico delle soluzioni visive forse un po’ retrò, ma alla fine affascinanti.

Anche se non possiamo di certo classificare questa pellicola nella schiera dei remake assolutamente necessari, dobbiamo tuttavia confessare che ci siamo divertiti a vederla tutta d’un fiato, senza pensare troppo alla logicità della narrazione. I punti di forza di “The Fog” sono senza dubbio il bellissimo setting, sfruttato al meglio dalla messa in scena, ed un certo gusto per un modo di far paura forse orami superato,  ma comunque sempre in grado di irretire lo spettatore e tenerlo incollato alla sedia. Cinema di intrattenimento dignitoso ed abbastanza intelligente.