NOTIZIE

The eye

Opera seconda dei fratelli Pang, "The Eye" conferma, almeno in parte, il talento che questi due autori hanno nel saper costruire visivamente una pellicola.

The eye

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
(id., Hong Kong, 2002) Di Oxide e Danny Pang; con Lee Sin-Jie, Lawrence Chow, So Yut Lai, Candy Lo, Ko Yin Ping.   La giovane Mann (Lee Sin-Jie) ha perso la vista all'età di due anni; giunta ai venti, ha la possibilità di riacquistarla con il trapianto delle cornee. L'intervento riesce perfettamente dal punto di vista medico, ma a sorpresa sviluppa nella ragazza un potere straordinario: fin dalla degenza in ospedale infatti Mann vede personaggi strani che gli altri non riescono a vedere. Ben presto la ragazza capisce che le figure dal lei scorte altro non sono che le anime di persone decedute e per qualche motivo rimaste intrappolate nel mondo terreno...     Opera seconda dei fratelli Pang, "The Eye" conferma, almeno in parte, il talento che questi due autori hanno nel saper costruire visivamente una pellicola. Dopo il folgorante esordio di "Bangkok Dangerous" (id.,2001), visto al Far East Festival di Udine, anche questa seconda fatica possiede soprattutto nella prima parte un fascino particolare, dovuto soprattutto all'abilità della messa in scena. Grazie ad una regia originale ed accurata nell'uso della profondità di campo e della messa a fuoco, la prima ora di "The Eye" riesce a tenere lo spettatore incollato alla poltrona, in particolar modo nella lunga e suadente sequenza ambientata nell'ospedale. Quando però la protagonista esce dalle cure mediche ed inizia ad affrontare il mondo ed i fantasmi che lo popolano, ecco che purtroppo il film perde decisamente di incisività; è proprio la volontà di costruire una storia convincente che affossa la tensione, in quanto lo sviluppo della sceneggiatura non riesce ad andare oltre l'ovvio; l'ultima mezz'ora del film perciò risulta stereotipata al limite della noia, e la capacità comunque indubitabile di messa in scena non riesce più a catturare in pieno lo spettatore. La differenza fondamentale con il più riuscito "Bangkok Dangerous" è che in questo film, costruito tutto su una non-storia e perciò quasi solamente sulle fascinazioni visive dovute alla regia, riusciva a tenere fino alla fine in quanto lo spettatore si lasciava coinvolgere nel turbine di immagini e di suoni, senza dedicarsi alla storia. Quando invece in "The Eye" vuole aggrapparsi ad uno script che però non funziona, ecco che pure la messa in scena non riesce ad evitare il netto calo di incisività della seconda parte della pellicola. Questo vistoso squilibrio rappresenta perciò il difetto principale di "The Eye" ed è un vero peccato, perché la pellicola mostra almeno in parte delle potenzialità che se fossero state sfruttate a dovere l'avrebbero trasformata in un piccolo capolavoro horror; purtroppo invece il film si limita ad essere un'opera ben diretta ma alla fine dimenticabile; anche la poca presenza scenica degli attori principali poi non contribuisce a migliorare la qualità del prodotto. Attenzione però a non sottovalutare i fratelli Pang, anche dopo questo parziale insuccesso: la loro capacità di registi lascia comunque ben sperare per i loro prossimi lavori.