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The Company

Dalla mano di Robert Altman, la vita della storica compagnia di ballo di Chicago attraverso splendori e miserie, sudore e sangue del palcoscenico. Un film che appassionerà soprattutto gli amanti della danza.

The company

12.04.2007 - Autore: Terry Marocco
The Company regia: Robert Altman con: Neve Campbell, Malcom McDowell     "Mi considero estremamente privilegiato ad essere stato ammesso nella cerchia dei ballerini del Joffrey Ballet e per aver avuto l'opportunità di condividere questa esperienza con tutti voi attraverso questo film". Quasi una dichiarazione d'amore quella dell'ottantenne regista Robert Altman, che nel suo ultimo lavoro "The Company" decide di fare un regalo forse più a se stesso che ai suoi spettatori. La vita della storica compagnia di ballo di Chicago, fondata nel '56 e vera protagonista del film, vista dal suo interno tra splendori e miserie, sudore, sangue e molto autocompiacimento. A essere diretti dal grande maestro questa volta sono dei ballerini veri, che mettono in scena i loro corpi eterei, appena coperti, i muscoli perfetti e la loro grazia vulnerabile. Prove estenuanti, invidie, tradimenti, esclusioni, competitività. Tutto vero, anche se in versione soft, avvolto come da un velo protettivo. I protagonisti sono due. Il signor A, un eccezionale Malcom McDowell, perfetto nelle sue sciarpe giallo canarino a mixare amore e sadismo, direttore e vero motore della compagnia. E Ry (Neve Campbell, in tutù dall'età di sei anni e promotrice dell'idea di fare un film sul mondo della danza) che ha l'opportunità di diventare prima ballerina in seguito all'infortunio di una sua collega, Maia. Ma la sua ascesa all'interno della compagnia non avverrà senza tormenti e difficoltà. La piccola Ry, ambiziosa e un po' irritante, non solo balla, ma è anche cameriera in una discoteca. In un ristorante troverà l'amore e così una fine karmica non le parrà troppo dura. Altman cerca di ricreare lo schema dei suoi capolavori "Nashville" e"America oggi": storie e personaggi che si intersecano e diventano il tramite per raccontare un mondo nel suo aspetto più realistico. Ma non ci riesce o, forse, non vuole riuscirci. Il film appassionerà gli amanti del genere, ma per i comuni mortali che non si sono mai spinti oltre due flessioni alla sbarra, i 112 minuti scorrono lentissimi, tra balletti sotto il temporale, ricche coreografie, allenamenti durissimi, un leggero accenno alla danza e all'omosessualità e alla danza e all'anoressia. La musica è la terza protagonista: a cominciare da "My funny Valentine" eseguita da Elvis Costello, Lee Wiley, Chet Baker e dal Kronos Quartet. Altman ha dichiarato che "The Company" ha rappresentato un nuovo modo di fare cinema, che lo cambierà per sempre. Pensando con nostalgia alla dottoressa Bollore di "M.A.S.H" o al recente e impeccabile "Gosford Park", preghiamo perché il nostro fratello Bob ritrovi la retta via.
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