Correva l’anno 1988 quando Italia 1 battezzò una nuova era della comunicazione e della satira nazionale: proprio il 7 novembre, Ezio Greggio e Gianfranco D’Angelo salutarono per la prima volta quello che in seguito sarebbe diventato l’affezionato pubblico di Striscia la Notizia, il tg satirico di Antonio Ricci che ha di fatto segnato la storia della televisione italiana.
Passato su Canale 5 nell’anno successivo al decollo mediatico, il varietà è diventato nel tempo un servizio di pubblico beneficio, non solo per le proprietà terapeutiche di una satira dissacrante e demistificatoria che ha preso in giro e umanizzato reali, politici, giornalisti e vip di ogni dove, ma soprattutto per la prontezza nello smascherare le più amare malefatte ai danni del Belpaese, contribuendo così a velocizzare l’intervento della giustizia che, in molte occasioni, proprio a “Striscia” ha dovuto dire grazie.
In quasi vent’anni di militanza, il programma si è fatto voce dell’innocenza, dell’incoscienza, dell’impotenza, dell’insistenza, dell’insorgenza, dell’interferenza e così via, a citare gli storici sottotitoli che meglio definivano il tipo di energia impiegata per l’assalto frontale di questa satira interventista. Una pluralità di intenti affidata a una notevole varietà di voci, quelle dei suoi conduttori, che, da Vastano a Gnocchi, da Solenghi a Bonolis, da Scotti a Bartali tanto per citarne alcuni, hanno addolcito con simpatia l’amara pillola della verità esposta al pubblico sdegno.
Ma la satira tutto può, e se da un lato deride e denuncia, dall’altro sa allietare e alleviare: ecco che la “velina”, gioia per gli occhi a tutto tondo, si trasforma in figura topica nazionale e, per due che sono presenti in studio, altre ventiduemila si preparano al prossimo provino per “Striscia”, che ogni volta sforna soubrette di assicurato successo.
I conduttori più cari al pubblico, Ezio Greggio ed Enzino Iacchetti, sono vicini all’ennesima temporanea separazione prevista per il 16 gennaio, quando al fianco del primo tornerà Michelle Hunziker a dare un tocco di briosa femminilità a una conduzione quasi sempre al maschile. Ci sarà ancora il pubblico in studio, recente introduzione nel varietà che in questo modo accresce lo spirito goliardico.
Certamente la prima serata non sarebbe più la stessa senza “Striscia”, e forse rimarrebbero pochi spazi mediatici di denuncia al servizio del cittadino. Prossima al ventesimo compleanno, le auguriamo di continuare ad agire nel senso di questa buona satira, piacevole aperitivo preserale, boccone indigesto per chi, prima o poi, è costretto a togliersi la maschera davanti alle telecamere di un Ricci sempre più a caccia di verità e giustizia.


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Striscia la giustizia
Dagli esordi ad oggi, ministoria di "Striscia la notizia", il tg satirico più seguito d'Italia che ha contribuito a creare un legame efficace tra giustizia e tv.

12.01.2006 - Autore: Seralisa Carbone