NOTIZIE

Statuette e industria

Il valore commerciale e simbolico dell'Oscar: spesso in contrasto con il successo e le aspettative del film stesso.

Oscar

20.03.2001 - Autore: Luca Persiani
Molto spesso i premi Oscar, oltre che un indubbio e notevole valore simbolico, hanno avuto anche un importante peso commerciale. Per questo motivo, sopratutto negli ultimi anni, le Major americane si sono prodigate in enormi campagne di pubblicità e promozione delle proprie pellicole, in modo da \"orientare\" (quando non addirittura influenzare) le scelte dell\'Academy Award. E\' successo così che alcuni film, ritenuti \"outsider\", hanno poi ottenuto un notevole successo di pubblico anche in conseguenza della grande popolarità ottenuta grazie agli Academy Awards. Con questi premi che l\'industria, attraverso un gruppo di critici cinematografici, assegna a se stessa, Hollywood ha consacrato o promosso da sempre il cinema che l\'ha resa ricca o che ha previsto lo avrebbe fatto.   \"American Beauty\" Esemplare è stato il caso del film vincitore lo scorso anno, \"American Beauty\", un\'opera che descrive con precisa cattiveria i problemi della famiglia americana di classe medio-alta. Con una tematica così graffiante e poco \"family oriented\", la pellicola è una produzione indipendente dal costo di circa 15 milioni di dollari. La prima settimana di uscita (19 Settembre) il film viene distribuito in 16 schermi (praticamente solo a Los Angeles e New York), realizzando l\'incasso di circa 861.000 dollari. Hollywood (o meglio, la DreamWorks di Spielberg, Kurtzman e Geffen) ne intuisce le potenzialità spettacolari e commerciali e il risultato è la candidatura a 9 Oscar, dopo una buona campagna pubblicitaria che porta a circa 80 milioni di dollari gli incassi dal botteghino. Il film ne vince cinque, e la distribuzione aumenta esponenzialmente, fino ad un picco di 1990 schermi nell\'Aprile del 2000. Con questa spinta il film arriva a registrare in patria nel Giugno 2000 più di 150 milioni di incassi sul solo mercato americano: un risultato commerciale eccezionale, soprattutto per un film indipendente e tematicamente difficile, raggiunto in gran parte grazie alla gigantesca promozione degli Oscar.   \"Shakespeare in love\" Un altro piccolo film, \"Shakespeare in Love\", costato solamente 25 milioni di dollari ma su cui la \"nuova forza\" Miramax ha puntato moltissimo, esce il 13 Dicembre 1998 in 8 schermi, ottenendo più larga distribuzione solo alcuni mesi più tardi. La commedia romantica, costruita su uno Shakespeare immaginario con Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes e scritta dal commediografo Tom Stoppard, non si può certo dire un blockbuster progettato per sbancare il botteghino. Il film viene candidato a 13 Oscar, e ne vince ben 7 (miglior film, attrice, attrice non protagonista, arredamento, costumi, musica, sceneggiatura). Nel Febbraio 1999 è già in più di 2000 schermi, e concluderà il suo sfruttamento nelle sale americane con più di 100 milioni di incasso. In entrambi i casi non si tratta di pellicole nate propriamente in seno ai progetti più costosi (e in prospettiva redditizi) delle Major hollywoodiane. Sono film definiti appunto \"indipendenti\" perché -negli intenti- meno legati produttivamente alla fortuna commerciale e quindi più \"liberi\" artisticamente. Generalmente Hollywood teme e allontana questo tipo di creatività non controllabile e piena di rischi economici. Ma quando vi intravede nuove e vincenti strade produttive, è pronta a legittimarli e a inglobarli con successo e profitto nel sistema, proprio grazie allo strumento degli Oscar. Ora a John Madden (autore di \"Shakespeare in Love\"), prima piccolo regista inglese abbastanza sconosciuto dal pubblico e ignorato dall\'industria americana, è stata affidata la regia de \"Il mandolino di Capitan Corelli\", produzione da svariati milioni di dollari con Nicholas Cage. Sam Mendes, il regista di \"American Beauty\" (che era il suo primo lungometraggio), ha ora diretto Jude Law, Tom Hanks, Jennifer Jason Leigh, Paul Newman e Tom Sizemore in \"The Road to Perdition\", gangster movie ambientato negli anni \'30.   Risultati insperati nel bene e nel male Ma non sempre le cose vanno come sperato. Nel 1995 un film estremamente particolare e di un certo impegno produttivo internazionale (sostenuto, tra le altre compagnie, dalla 20th Century Fox e dalla Paramount) dal titolo \"Braveheart\" ha difficoltà con gli incassi all\'interno degli Stati Uniti. Evidentemente la presenza del divo Mel Gibson (anche regista) non basta a sostenere la riuscita commerciale di una pellicola che parla della storia passata di una nazione lontana dall\'America, che descrive la violenza in modo esplicito e duro (il visto-censura americano recita: \"Visione consentita ai minori solo se accompagnati da un adulto a causa della brutale rappresentazione della guerra medievale\"), e che per giunta finisce con la morte dell\'eroe. Il film viene candidato a 10 Oscar e ne vince 5 (miglior film, fotografia, regia, effetti sonori e trucco), ma nonostante questa spinta pubblicitaria racimola in America \"solo\" 75 milioni di dollari, magro bottino se si considera che il film ne è costato 75 (e nel resto del mondo ne incassa più di 120). Ci sono stati comunque anche esempi in cui Hollywood, oltre che per il proprio tornaconto, ha promosso attraverso la consegna delle statuette anche opere di alto valore artistico, ma dalle controverse sorti a livello di critica e di impatto sull\'immaginario collettivo. Nel 1967, ad esempio, \"Bonnie and Clyde\" (in Italia \"Gangster story\", di Arthur Penn), uno dei primi film che ruppero con la Hollywood incartapecorita dei produttori classici, venne considerato molto negativamente da una parte dell\'establishment industriale e da alcuni critici (fra i cui il rispettatissimo Borley Crowther, la cui stroncatura del film gli causerà il pensionamento anticipato). Ma la forza dell\'opera porta il film ad un enorme successo e alla consacrazione all\'interno della stessa industria di cui aveva violato e superato i presupposti estetici. \"Bonnie and Clyde\" viene infatti candidato a 9 Oscar e ne vince 2.