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Stasera in TV 27 agosto: quando la Lussuria conquistò il Festival di Venezia

Il film di Ang Lee, Leone d'Oro nel 2007, resta una storia sensuale ed emozionante, per molti versi unica.

27.08.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Premiato a Venezia, il taiwanese Ang Lee regalò una delle sue perle più universalmente riconosciute con il Lussuria – Seduzione e tradimento del 2007. Ispirato all'omonimo romanzo della scrittrice cinese Zhang Aling - nota come Eileen Chang - ambientato durante l'occupazione di Shangahi da parte dei giapponesi nel corso della II Guerra Mondiale, e interpretato da Tony Leung Chiu Wai, Tang Wei e Joan Chen in particolare stato di grazia.

Il film. Hong Kong anni '40. Wang Jiazhi, giovane donna militante nella resistenza cinese, deve sedurre con le sue grazie Mr. Ye, potente politico che collabora con i giapponesi, per tendergli un'imboscata e ucciderlo. Perfettamente immersa nel suo ruolo di seduttrice, la ragazza si troverà coinvolta in un pericoloso gioco che segnerà per sempre il suo destino.



Dietro le quinte. Si narra che Ang Lee abbia provinato circa 10.000 attrici prima di scegliere la sua Wei Tang, e che tra queste ci fosse anche la Zhi-Ying Zhu che vediamo nel film nei panni di Lai Shu Jin. Un lavorone per il regista che fece studiare a Tony Chiu-Wai Leung la performance di Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi, Humphrey Bogart in Il diritto di uccidere e Richard Burton in Equus per mostrargli il tipo di mascolinità che desiderava per il personaggio di Mr. Yee (la cui camminata pare fosse basata su quella del padre del direttore). Interessante anche segnalare che la canzone che Wang Jiazhi canta allo stesso Yee è 'A Singing Girl At The Edge of the World', tema del popolare film Malu Tianshi (Street Angel), di quattro anni prima dell'epoca in cui si svolge la vicenda: un evergreen della musica pop cinese, del quale son state fatte innumerevoli cover.

Perché vederlo. Una avventura affascinante, coinvolgente al punto da perdere il senso e il succedersi dei dialoghi. Immagini e riprese solo apparentemente banali, nascondono i semi e l'innesco di una imprevedibile esplosione di emozioni. Una varietà di sensazioni e sentimenti ai quali - altre volte, ma in poche occasioni come in questa - Ang Lee ama affidarsi, o abbandonarsi. E insieme sofferenza, pericolo, oppressione, dolore. Tutto sapientemente bilanciato, a livello tematico più che narrativo. Anche se il ritmo rimane lento e cadenzato tanto nella prima parte quanto nella seconda, più concentrata sulla storia d'amore tra i due protagonisti e la loro relazione sadomasochistica, fino alla risoluzione finale di tensioni e ambiguità. 



La scena da antologia. Undici giorni in un set chiuso e riservatissimo, con un gruppo ristretto di tecnici addetti alle riprese e al sonoro presenti, hanno prodotto una serie di esplicite scene di sesso tra le quali è sinceramente difficile scegliere, almeno su un piano 'fisico'. Per altro, più difficili da girare - a detta di Ang Lee - delle articolate e coreografiche scene di combattimento del celebre La tigre e il dragone che nel 2000 vinse quattro premi Oscar.

I premi. Spicca su tutti, ovviamente e come detto - il Leone d'Oro vinto da Ang Lee alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 2007 (il cui premio in denaro venne donato dal regista per aiutare i giovani registi del suo paese), ma vale la pena ricordare almeno le nomination ai Golden Globe, ai BAFTA (anche per i costumi) e ai Nastri d'Argento come Best Foreign Language Film. E i premi vinti dalla fotografia di Rodrigo Prieto (sempre a Venezia, l'Osella), il Satellite Award, i due NETPAC asiatici, i cinque Iron Elephant Film Awards, il Best Asian Film degli Hong Kong Film Awards, i tanti Golden Horse dell'omonimo Festival e il Capri Global a Joan Chen. 

Dove e quando. Alle 21.15 su Cielo, canale 26 del digitale terrestre e 19 della piattaforma satellitare TivùSat.