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Stasera in TV, 25 luglio: La pelle che abito di Pedro Almodovar

Non proprio un horror, il film del regista spagnolo resta una sortita interessante e originale ai confini dei suoi generi più amati e praticati.

25.07.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Annunciato - e atteso al Festival di Cannes, dove venne presentato - come il primo tentativo del regista spagnolo di confrontarsi con il genere horror, La pelle che abito di Pedro Almodóvar resta un film tutto da scoprire, come anche il romanzo su cui è basato: Tarantola di Thierry Jonquet (seppur diverso nel finale, per l'ambientazione francese e per un tasso di crudezza e morbosità maggiori, che nella surreale rilettura del manchego si stemperano).

Il film. Toledo, 2012. Dopo la morte di sua moglie in un incidente stradale, il dottor Ledgard, un famoso chirurgo plastico, mette in atto un potente piano per vendicarsi del responsabile dell'omicidio. Dodici anni dopo nel suo laboratorio metterà a punto un pericolosissimo esperimento transgenetico che coinvolge anche gli esseri umani. Ma questo non sarà l'unico crimine di cui si macchierà.



Dietro le quinte. Ci vollero circa dieci anni per riuscire a trarre una versione cinematografica dal testo originario, Tarantola (Mygale) di Thierry Jonquet. Ma per quanto inizialmente pensato come un adattamento, il film finì con l'esser solo ispirato al testo del francese, come accennato. Per l'occasione, in compenso, possiamo assistere alla ricomposizione della coppia Almodóvar-Banderas, amici da sempre, ma professionalmente 'separati' sin dai tempi di Legami, 21 anni prima. Altra apparizione eccellente, seppur più curiosa, quella del produttore del film e fratello del regista, Agustín Almodóvar, che vediamo nei panni dell'uomo che entra nel negozio per portare gli abiti della moglie.

Perché vederlo. 'Venduto' come Horror, nemmeno il presunto inedito esordio nel thriller del regista di Calzada de Calatrava è di fatto una novità assoluta per Almodóvar, da sempre innamorato di corpo ed eccessi. Qui, il dramma e la morbosità si spingono più a fondo, fino a svelare i lati oscuri dell'animo umano. La chirurgia estetica è una concessione, insieme, alle moderne tendenze e a certo classicismo del genere, ma soprattutto un innesco che ci permette di godere di un Antonio Banderas mai così dark e tormentato, e della splendida Elena Anaya, oggetto della sua vendetta. Che non poteva prescindere da ambiguità sessuali e humour, ovviamente. Altrimenti, che Almodóvar sarebbe?!



La scena da antologia. I giochi visivi e allucinati tra sogno e desiderio, tra la realtà vissuta e quella messa in scena, tanto dal carnefice quanto dalla vittima, l'indeterminatezza che li caratterizza - e che li rende capaci di qualsiasi sorpresa - sono contrappuntate dal rapporto mediato che il folle dottore ha con la sua creatura, osservata e controllata e amata attraverso uno schermo. O attraverso la inquietante ricostruzione messa in atto, la cui realizzazione - pezzo dopo pezzo - resta sicuramente uno dei momenti cult del film.

I premi. Nominato tra i Migliori Film di Lingua Straniera dai Golden Globes, il film vinse l'analogo titolo ai BAFTA e ai Saturn Awards. Ma in una pioggia di candidature varie e di premi minori (Fotogramas de Plata a Elena Anaya, Fangoria Chainsaw Award a Antonio Banderas, l'International Online Cinema Award per il Miglior Trucco e Parrucco, Hollywood Film Award per il 'Compositore dell'Anno' Alberto Iglesias), il film raccolse quattro importanti Goya (su 16 nomination) e i premi 'de la Jeunesse' à Pedro Almodovar e il 'Vulcain Prize for the Technical Artist' a José Luis Alcaine al Festival di Cannes.

Dove e quando. Alle 23.15 su Rete 4, canale 4 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.