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Stasera in TV, 23 ottobre: La grazia di Billy Elliot, in lotta per un sogno

Ispirata a una storia vera, la vicenda del piccolo ballerino interpretato da Jamie Bell resta un esempio per quanti si scontrano con pregiudizio e omofobia.

23.10.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Pare che Stephen Daldry e lo sceneggiatore Lee Hall si ispirarono a E le stelle stanno a guardare (1940) per il loro Billy Elliot, ma la storia del sogno del giovane inglese interpretato da Jamie Bell ricorda molto quella vera del ballerino Philip Mosley. Una vicenda di crescita - anche reale - e di realizzazione personale, di sfruttamento e di libertà, che si intreccia con lo sciopero dei minatori inglesi del 1984 contro Margaret Thatcher, nella quale hanno un ruolo fondamentale Gary Lewis e Julie Walters.

Il film. La vita di Billy Elliot, figlio adolescente di un minatore dell'Inghilterra, cambierà per sempre grazie all'imprevista scoperta della sua speciale inclinazione: il ballo. Billy decide, all'insaputa del padre vedovo, del fratello e dei suoi amici, di unirsi alla classe di danza dove l'insegnante scopre presto che il ragazzo possiede un raro talento. Billy si troverà quindi a dover scegliere tra le responsabilità verso la famiglia e il desiderio di perseguire la sua passione.



Dietro le quinte. Chissà se la produzione aveva previsto i cambiamenti che due personaggi fondamentali si trovarono a vivere durante le riprese… Intanto la menopausa di Julie Walters, particolarmente sofferta dall'attrice (e non solo, visti le frequenti interruzioni dovute alle sue improvvise vampate), come da lei stesso ammesso successivamente. Ma soprattutto per la pubertà del protagonista, Jamie Bell che rese necessaria una risincronizzazione di alcuni dialoghi a causa del cambio di voce (per non parlare dei peli sulle gambe che si possono notare in riprese più tardive). Ma probabilmente per nulla al mondo si sarebbe rinunciato al giovane attore, anche per le sue esperienze dirette simili a quelle del personggio, visto che avendo sostenuto lezioni di danza e balletto durante le scuole inferiori subì analoghe prese in giro dai suoi compagni. Parte dell'ispirazione però venne dal ballerino del Royal Ballet Philip Marsden, incontrato da Lee Hall durante la stesura della sceneggiatura. Una storia che inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi 'Dancer', ma quando il Dancer in the Dark di von Trier vinse la Palma d'Oro a Cannes parve obbligatorio evitare confusioni.

Perché vederlo. Una storia che nasce con una attenzione all'immagine inusuale per una vicenda tanto dura, tra le righe. Lo scontro sociale e i conflitti familiari a esso connessi si specchiano nella forza d'animo e nel talento del giovane interprete, protagonista delle sequenze più "visuali" e ipercinetiche. Ma la danza è qui anche uno strumento, di sfogo, spesso rabbioso, in apparente contrasto con la grazia che dovrebbe contraddistinguerla. Una frizione che dà ancora più carattere a una storia di per sé deliziosa e intima, divertente e drammatica, dalle molte sorprese, capace di suscitare sentimenti diversi, tutti egualmente profondi. Oltre, ovviamente, ad affascinare gli amanti del ballo…



La scena da antologia. Difficile prescindere dalle scene di ballo, ovviamente. Ma altrettanto arduo scegliere tra esse. A parte la scena finale del Lago dei Cigni al maschile di Matthew Bourne, stringe il cuore l'immagine dell'impassibile padre di fronte alla speranza, il desiderio e la frustrazione del figlio ballerino. Ma per quanto a fare media ci sia la gioiosa danza sulle note di I love to boogie, che fece sorprendere la stessa Mrs. Weasley/Julie Walters (non a caso nominata all'Oscar per questo ruolo) del risultato ottenuto, per molti resta indimenticabile la cosiddetta 'Angry Dance' che Billy offre al pubblico saltando contro i muri e ballando nelle strade dietro casa sua (sulle note di Town Called Malice dei The Jam) dopo aver assistito all'ennesimo scontro familiare, una fuga da una simbolica prigione che sa tanto di liberazione.

I Premi. Tre nomination ai Premi Oscar (a Stephen Daldry per la Miglior Regia. a Julie Walters come Miglior attrice non protagonista e per la Migliore sceneggiatura originale di Lee Hall) e due ai Golden Globe (per il Miglior film drammatico e di nuovo la Walters). Ma tra il Nastro d'Argento per la Regia a Stephen Daldry e i vari premi e nomination raccolti in giro per il mondo - persino in Giappone dalla locale Accademia - fu ai BAFTA che il film si fece notare: con tre premi (Miglior film britannico, Miglior attore protagonista a Jamie Bell e Miglior attrice non protagonista a Julie Walters) su dieci candidature totali.

Dove e quando. Alle 23.43 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.