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Stasera in TV 23 luglio: Everest, il dramma intimo ed epico in prima TV

Presentato a Venezia, il coinvolgente ed emozionante film basato su una drammatica storia vera.

23.07.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
L'epica lotta tra uomo e natura torna nel film scelto per aprire la 72ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nel 2015, Everest di Baltasar Kormákur (101 Reykjavík, Contraband, Cani sciolti). Un film duro e drammatico, basato sulla storia della spedizione del 1996 raccontata in Aria sottile (Into Thin Air) di Jon Krakauer, e interpretato da Jake Gyllenhaal, Josh Brolin, Emily Watson, Jason Clarke, Sam Worthington, Keira Kinghtley, Robin Wright e John Hawkes.

Il film. Ispirato da una serie di incredibili eventi accaduti durante una pericolosa spedizione volta a raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo, Everest documenta le avversità del viaggio di due diverse spedizioni sfidate oltre i loro limiti da una delle più feroci tempeste di neve mai affrontate dall'uomo. Il loro coraggio sarà messo a dura prova dal più crudele dei quattro elementi, gli scalatori dovranno fronteggiare ostacoli al limite dell'impossibile come l'ossessione di una vita intera che si trasforma in una lotta mozzafiato per la sopravvivenza.



Dietro le quinte. Prima delle riprese, Jake Gyllenhaal e Josh Brolin si allenarono sulle Santa Monica Mountains della California per essere credibili come alpinisti, come dicemmo in occasione della presentazione del film, ma il film stesso poté contare sulla consulenza del sopravvissuto Lou Kasischke, oltre ad approfittare di alcune scene prese dall'Everest realizzato nel 1998 per il circuito IMAX. Nel film si segnala la presenza del figlio tredicenne del regista, Bub (scelto per interpretare il figlio di Beck) e la curiosa coincidenza per cui Jason Clarke si ritrovò a rimpiazzare Christian Bale (come fatto anche per Terminator Genisys), scelto inizialmente come protagonista principale, la cui rinuncia al ruolo di Rob Hall (per l'impegno in Exodus) costrinse il regista a trasformare il film in una storia corale.

Perché vederlo. Un film di sfide, con la natura, tra uomini, con se stessi… Un film ricco di metafore e simboli, ma soprattutto di scene eccezionali e momenti emozionanti. Un vero blockbuster hollywoodiano, forse non adatto a un Festival come quello veneziano ma di certo capace di tenere incollati allo schermo, al netto di qualche pennellata di retorica o di pathos. In questo senso, introspezione e caratterizzazioni restano sullo sfondo, ma il tono non scade mai nell'estremizzazione di certi stereotipi, permettendo ai personaggi di diventare - a modo loro - mitici e all'avventura di entrare nella leggenda con inquadrature potenti e una narrazione chiara.



La scena da antologia. Un assaggio di quanto promesso lo si può sicuramente godere nella sequenza della discesa dei due compagni mostrata qui sopra, ma è certo l'ultima telefonata di Rob alla sua amata a rimanere forse il ricordo più toccante tra i tanti momenti emozionanti del film. Nel quale si segnala anche la presenza del ponte sospeso Larja Dhoban (il sesto di sette camminamenti analoghi che si deve passare per andare da Lukla al Campo Base), sul fiume Dudh Koshi.

I premi. Solo candidature, ma di ogni tipo… per il Miglior Film 3D dalla giuria di Cameraimage, per le migliori controfigure dalla Screen Actors Guild, per i migliori effetti visivi ai Satellite Awards, per il miglior film internazionale ai Jupiter Award e per il miglior Action per la Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films e i suoi Saturn.

Dove e quando. Alle 21.10 su Canale 5, canale 5 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.