Kurt Russell, William Baldwin, Donald Sutherland e Robert De Niro sono alcuni dei protagonisti della storia di una famiglia di pompieri raccontata da Ron Howard in Fuoco assassino (Backdraft). Probabilmente (ed è un eufemismo) il miglior film del 'fiammeggiante' genere.
Il film. A Chicago, il tenente Stephen McCaffrey comanda la squadra n. 17, ritenuta la più efficiente del Corpo dei Vigili del fuoco. Stephen ha un fratello minore, Brian, che, avendo assistito da piccolo alla atroce morte del padre, anche lui vigile, per salvare un bambino, è insieme respinto ed affascinato dal fuoco. Brian, deciso a seguire le orme del padre, entra nella squadra di Stephen, che mette sotto di sé il "novellino", un po' scoraggiandolo, un po' proteggendolo.
Dietro le quinte. Tom Cruise, Johnny Depp, Matt Dillon, Dennis Quaid e Val Kilmer rinunciarono al ruolo di Brian McCaffrey, per il quale vennero considerati anche Robert Downey, Jr. e Keanu Reeves, ma soprattutto Alec Baldwin, che impossibilitato ad accettare 'raccomandò' il fratello William in sua vece. Il quale, per altro, dichiarò di essersi trovato talmente bene con Kurt Russell da definire la loro relazione sullo schermo migliore che se fosse stato un suo vero fratello. Entrambi si prepararono al film partecipando a un 'boot camp' dei pompieri e - insieme a Kevin Casey e Scott Glenn - finirono per realizzare molti dei propri stunt, come anche da credits dei film. Ma il vero segreto del film fu sicuramente la scelta di Howard di girare alcune scene - con un operatore vestito di una tuta ignifuga e con camera a mano - direttamente dall'interno dell'incendio, per far sentire il pubblico al centro dell'Inferno.
Perché vederlo. Il fatto che lo stesso sceneggiatore Gregory Widen fosse stato pompiere per tre anni fu l'arma in più del film, sincera rappresentazione di un mondo difficile da conoscere con tanta perizia da chi non lo abbia realmente vissuto. Tanto nella filosofia che lo sostiene, quanto nella spettacolarità di alcune scene che costellano il dramma familiare. Un film che, alla firma - sempre rassicurante - di Ron Howard, capace di rendere il fuoco un vero e proprio personaggio, unisce azione e sentimenti, ma soprattutto che rimane indimenticabile per le scene girate nel pieno dell'incendio, senza ricorrere alla facile e più sicura alternativa di massicci effetti speciali computerizzati.
Il film. A Chicago, il tenente Stephen McCaffrey comanda la squadra n. 17, ritenuta la più efficiente del Corpo dei Vigili del fuoco. Stephen ha un fratello minore, Brian, che, avendo assistito da piccolo alla atroce morte del padre, anche lui vigile, per salvare un bambino, è insieme respinto ed affascinato dal fuoco. Brian, deciso a seguire le orme del padre, entra nella squadra di Stephen, che mette sotto di sé il "novellino", un po' scoraggiandolo, un po' proteggendolo.
Dietro le quinte. Tom Cruise, Johnny Depp, Matt Dillon, Dennis Quaid e Val Kilmer rinunciarono al ruolo di Brian McCaffrey, per il quale vennero considerati anche Robert Downey, Jr. e Keanu Reeves, ma soprattutto Alec Baldwin, che impossibilitato ad accettare 'raccomandò' il fratello William in sua vece. Il quale, per altro, dichiarò di essersi trovato talmente bene con Kurt Russell da definire la loro relazione sullo schermo migliore che se fosse stato un suo vero fratello. Entrambi si prepararono al film partecipando a un 'boot camp' dei pompieri e - insieme a Kevin Casey e Scott Glenn - finirono per realizzare molti dei propri stunt, come anche da credits dei film. Ma il vero segreto del film fu sicuramente la scelta di Howard di girare alcune scene - con un operatore vestito di una tuta ignifuga e con camera a mano - direttamente dall'interno dell'incendio, per far sentire il pubblico al centro dell'Inferno.
Perché vederlo. Il fatto che lo stesso sceneggiatore Gregory Widen fosse stato pompiere per tre anni fu l'arma in più del film, sincera rappresentazione di un mondo difficile da conoscere con tanta perizia da chi non lo abbia realmente vissuto. Tanto nella filosofia che lo sostiene, quanto nella spettacolarità di alcune scene che costellano il dramma familiare. Un film che, alla firma - sempre rassicurante - di Ron Howard, capace di rendere il fuoco un vero e proprio personaggio, unisce azione e sentimenti, ma soprattutto che rimane indimenticabile per le scene girate nel pieno dell'incendio, senza ricorrere alla facile e più sicura alternativa di massicci effetti speciali computerizzati.
La scena da antologia. Lo sprezzo del pericolo dimostrato da Bryan (William Baldwin) per salvare l'orgoglioso fratello maggiore Steven (Kurt Russell), incapace di muoversi e circondato dalle fiamme, è una 'prima volta' carica di intensità e suspense, nella quale il più giovane protagonista dà prova di grande coraggio in una cornice affascinante per la presenza quasi umana e maligna del fuoco. E che sicuramente sarà più facile da comprendere seguendo il suddetto "monologo sul fuoco" del Donald "Ombra" Rimgale di Robert De Niro.
I premi. BMI Film Music Award per le composizioni diHans Zimmer, il film raccolse solo un buon numero di gratificanti nomination sia ai BAFTA (per gli Special Visual Effects) sia agli Oscar (Miglior Sonoro, Migliori Effetti video e Miglior Montaggio Sonoro).
Dove e quando. Alle 23.40 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 14 della piattaforma satellitare TivùSat.