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Stasera in TV 17 maggio: Tom Hanks e Matt Damon in Salvate il soldato Ryan

I due attori sono 'la punta dell'Iceberg' del film di Steven Spielberg, entrato nella storia per i molti meriti tecnici, registici e interpretativi… e cinque Oscar.

17.05.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Che fosse presto o tardi, se nel 1988 Steven Spielberg vinse il suo secondo Oscar per la Miglior Regia lo dovette al Salvate il soldato Ryan (Saving Private Ryan) che ancora oggi ricordiamo come uno dei più spettacolari ed emozionanti film ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. E non certo solo per il cast guidato da un grandissimo Tom Hanks.

Il film. 6 giugno 1944. Il D-Day, il giorno dello sbarco degli alleati firmato Steven Spielberg. Dopo lo sbarco di Omaha Beach, il capitano John Miller riesce a ricostituire una piccola compagnia con la quale assolvere alla missione arrivata dallo Stato Maggiore: trovare e riportare a casa il soldato James Francis Ryan, ultimo rimasto in vita di quattro fratelli partiti per la guerra.



Dietro le quinte. L'Academy lo premiò con un Oscar per Will Hunting, ma Steven Spielberg aveva scelto Matt Damon proprio perché sconosciuto e dall'aspetto 'All-American' (oltre che per averlo visto in Il coraggio della verità ed esser stato consigliato da Robin Williams). E dire che il ruolo del suo Ryan era stato offerto a Neil Patrick Harris, ma soprattutto a Edward Norton (che rifiutò per American History X) prima di lui… non certo un volto poco noto. Decisamente agli inizi era invece Vin Diesel, che non a caso per interpretare Caparzo venne pagato 'solo' 100.000 dollari. Quanto a Tom Hanks, non sapremo mai come fosse la versione completa del discorso del suo John Miller alla truppa, giudicato troppo lungo e dettagliato dall'attore venne poi tagliato da Spielberg, da questi convinto.

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Perché vederlo. Un film corale, davanti e dietro la macchina da presa, che ci racconta non solo gli orrori della Guerra, come spesso accade per i migliori film del genere. Un affresco di rara umanità affidato a un gruppo di attori in stato di grazia, guidati da un grande Steven Spielberg e sostenuti da un comparto tecnico incredibile (che non a caso venne ampiamente premiato dagli Academy Awards). Una avventura che è anche Grande Storia e che nonostante il finale in linea con lo stile del regista rimane una prova forte, dura, magnetica, cruda e introspettiva, e che ci offre un punto di vista diverso sul concetto di sconfitta.
 

La scena da antologia. Certe morti 'on screen' che rimangono impresse nella memoria degli spettatori, e in questo film ce ne sono di importanti, ma nonostante i tanti momenti toccanti e lo spirito di sacrificio che pervade tutta l'opera, la sequenza iniziale dello sbarco a Omaha Beach (costata 11 milioni e che richiese 4 settimane di riprese e oltre mille comparse, una trentina delle quali degli 'amputati' ai quali vennero applicate delle protesi per poi simulare la perdita dell'arto) è sicuramente entrata nella storia.

I Premi. Undici nomination e cinque Premi Oscar (Migliore regia, fotografia, montaggio, sonoro e montaggio sonoro) consacrarono il film di Steven Spielberg, ancor prima degli ulteriori riconoscimenti ricevuti da Golden Globe (2), BAFTA (2), Empire Awards (2) e da molte altre giurie e associazioni di categoria di tutto il mondo.

Dove e quando. Alle 21.15 su Rete 4, canale 4 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.