Il solito folle Sacha Baron Cohen ci regala un nuovo delirante personaggio, Il dittatore Shabazz Aladeen segue la tradizione degli Ali G, Borat e Brüno e - dopo essersi presentato con Elisabetta Canalis su uno Yacht al largo della Croisette durante il Festival di Cannes 2012 - sbarca nelle sale e finalmente sul piccolo schermo.
Il film. Assistiamo alle 'eroiche gesta' di un dittatore (interpretato Sacha Baron Cohen) che ha rischiato la sua vita per assicurarsi che la democrazia non prenda piede nel Paese che sta amorevolmente opprimendo. L'ispirazione viene dal romanzo best seller “Zabibah and The King” di Saddam Hussein. Il generale Aladeen, dittatore dello stato di Wadiya, si reca negli Stati Uniti per partecipare a un congresso Onu. Mentre è impegnato a discutere dei processi di democratizzazione, in patria corre il rischio di vedersi rubare la scena da un pastore di capre, suo sosia dai modi alquanto grezzi, messo a governare in gran segreto dal suo vice Tamir; ma desiste dal rientrare nel suo paese per via della bellezza di Zoey, proprietaria di un negozio di cibo biologico che sta cercando di fargli cambiare le sue convinzioni politiche.
Dietro le quinte. Mentre la Nazione della Wadiya era stata situata sulla mappa nello spazio dell'attuale Eritrea, e per le riprese del Palazzo Presidenziale si era sfruttata la Plaza de España di Siviglia (ritoccata in digitale), per il Dittatore stesso, Baron Cohen si era dichiaratamente ispirato alle figure di Kim Jong-il, Idi Amin Dada, Saparmyrat Nyyazow, Mobutu Sese Seko, i birmani Ne Win e Than Shwe e Muammar Gheddafi, soprattutto per la speciale guardia femminile (il dittatore libico si circondava di "amazzoni", poi rivelatesi in molti casi schiave del sesso). In compenso, a proposito di nomi famosi, sono molti i personaggi parodiati o solo apparsi nel film: George Clooney, Barack Obama, Hillary Clinton, Katy Perry, Morgan Freeman, Larry King, Edward Norton, Megan Fox, Tommy Lee Jones, Lindsay Lohan, Bobby McFerrin, Halle Berry, Ryan Seacrest, Oprah Winfrey, Harvey Keitel, Whitney Houston, Muammar Gadaffi, Bobby Brown, Ellen DeGeneres, Saddam Hussein, Elijah Wood, Dick Cheney, Kim Jong-il, John C. Reilly, Arnold Schwarzenegger.
Perché vederlo. Da amare o da odiare, senza mezze misure, e come tutti (o quasi) i personaggi di Sacha Baron Cohen, il Generale Aladeen 'esagera' nel suo cinismo, al limite del disturbante. Inutile scandalizzarsi, conosciamo i nostri polli, per cui meglio sedersi e prepararsi al peggio… godendosi lo spettacolo! Chiassoso, spesso divertente, a tratti disprezzabile, questo "Grande Dittatore" (come il film di Chaplin cui si rifà) nasconde lezioni inattese. Forse non tutte edificanti…
La scena da antologia. Nei film di Baron Cohen siamo spesso sottoposti a un vero e proprio fuoco di fila di battute e situazioni surreali o disturbanti, in ogni caso facili a restare impresse, nel bene e nel male, ma una sequenza merita - almeno per gli spettatori 'tricolori' - di essere sottolineata più delle altre, come segno dei tempi. Purtroppo 'censurata' dal doppiaggio italiano, si tratta della scena in cui Megan Fox si concede al nostro protagonista e che aveva un riferimento molto esplicito al Primo Ministro Italiano (all'epoca Silvio Berlusconi), con il quale la ragazza avrebbe dovuto avere un rapporto sessuale. Diventato, per il pubblico nostrano, un generico "uomo politico".
I premi. Il Top Box Office Films Award della American Society of Composers, Authors and Publishers a Erran Baron Cohen - fratello di Sacha - fu l'unico riconoscimento piovuto sul film, il cui regista venne proposto per la speciale menzione EDA dell'Alliance of Women Film Journalists.
Dove e quando. Alle 21.15 su Paramount Channel, canale 27 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.
Il film. Assistiamo alle 'eroiche gesta' di un dittatore (interpretato Sacha Baron Cohen) che ha rischiato la sua vita per assicurarsi che la democrazia non prenda piede nel Paese che sta amorevolmente opprimendo. L'ispirazione viene dal romanzo best seller “Zabibah and The King” di Saddam Hussein. Il generale Aladeen, dittatore dello stato di Wadiya, si reca negli Stati Uniti per partecipare a un congresso Onu. Mentre è impegnato a discutere dei processi di democratizzazione, in patria corre il rischio di vedersi rubare la scena da un pastore di capre, suo sosia dai modi alquanto grezzi, messo a governare in gran segreto dal suo vice Tamir; ma desiste dal rientrare nel suo paese per via della bellezza di Zoey, proprietaria di un negozio di cibo biologico che sta cercando di fargli cambiare le sue convinzioni politiche.
Dietro le quinte. Mentre la Nazione della Wadiya era stata situata sulla mappa nello spazio dell'attuale Eritrea, e per le riprese del Palazzo Presidenziale si era sfruttata la Plaza de España di Siviglia (ritoccata in digitale), per il Dittatore stesso, Baron Cohen si era dichiaratamente ispirato alle figure di Kim Jong-il, Idi Amin Dada, Saparmyrat Nyyazow, Mobutu Sese Seko, i birmani Ne Win e Than Shwe e Muammar Gheddafi, soprattutto per la speciale guardia femminile (il dittatore libico si circondava di "amazzoni", poi rivelatesi in molti casi schiave del sesso). In compenso, a proposito di nomi famosi, sono molti i personaggi parodiati o solo apparsi nel film: George Clooney, Barack Obama, Hillary Clinton, Katy Perry, Morgan Freeman, Larry King, Edward Norton, Megan Fox, Tommy Lee Jones, Lindsay Lohan, Bobby McFerrin, Halle Berry, Ryan Seacrest, Oprah Winfrey, Harvey Keitel, Whitney Houston, Muammar Gadaffi, Bobby Brown, Ellen DeGeneres, Saddam Hussein, Elijah Wood, Dick Cheney, Kim Jong-il, John C. Reilly, Arnold Schwarzenegger.
Perché vederlo. Da amare o da odiare, senza mezze misure, e come tutti (o quasi) i personaggi di Sacha Baron Cohen, il Generale Aladeen 'esagera' nel suo cinismo, al limite del disturbante. Inutile scandalizzarsi, conosciamo i nostri polli, per cui meglio sedersi e prepararsi al peggio… godendosi lo spettacolo! Chiassoso, spesso divertente, a tratti disprezzabile, questo "Grande Dittatore" (come il film di Chaplin cui si rifà) nasconde lezioni inattese. Forse non tutte edificanti…
La scena da antologia. Nei film di Baron Cohen siamo spesso sottoposti a un vero e proprio fuoco di fila di battute e situazioni surreali o disturbanti, in ogni caso facili a restare impresse, nel bene e nel male, ma una sequenza merita - almeno per gli spettatori 'tricolori' - di essere sottolineata più delle altre, come segno dei tempi. Purtroppo 'censurata' dal doppiaggio italiano, si tratta della scena in cui Megan Fox si concede al nostro protagonista e che aveva un riferimento molto esplicito al Primo Ministro Italiano (all'epoca Silvio Berlusconi), con il quale la ragazza avrebbe dovuto avere un rapporto sessuale. Diventato, per il pubblico nostrano, un generico "uomo politico".
I premi. Il Top Box Office Films Award della American Society of Composers, Authors and Publishers a Erran Baron Cohen - fratello di Sacha - fu l'unico riconoscimento piovuto sul film, il cui regista venne proposto per la speciale menzione EDA dell'Alliance of Women Film Journalists.
Dove e quando. Alle 21.15 su Paramount Channel, canale 27 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.