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Stasera in TV, 10 dicembre: Le creature di Del Toro rendono magico Il labirinto del fauno

Una delle vette nella carriera del regista messicano, probabilmente il suo capolavoro, il film - bellissimo a vedersi - offre registri diversi e un Doug Jones da cineteca.

10.12.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Il sesto film di Guillermo Del Toro, quello di cui lui stesso va più fiero, e a ragione: Il labirinto del Fauno resta un vero gioiello, capace di unire storia e leggenda, realtà e fantasia, mostri sanguinari e adorabili creature in un'unica storia dalle sfumature più diverse. E con una affascinante Meribel Verdù (Y tu mama tambien) al fianco della piccola Ivana Baquero a districarsi tra Sergi López e Doug Jones.

Il film. Carmen, che si è risposata da poco, si trasferisce insieme alla figlia Ofelia a casa del nuovo marito, il freddo e autoritario Vidal, capitano dell’esercito di Franco. Trovando insopportabile la nuova vita, la giovane Ofélia trova rifugio in un misterioso labirinto che ha scovato vicino alla grande casa di famiglia e dove il Fauno, la magica creatura che fa a guardiano al labirinto, le rivela la sua vera identità di principessa smarrita di un regno magico. Ma per scoprire la verità, e riabbracciare suo padre, Ofélia dovrà portare a termine tre compiti pericolosi, per i quali non è affatto preparata.



Dietro le quinte. A ispirare il tono e il mondo del film furono il quadro 'Saturno che divora uno dei suoi figli' dello spagnolo Goya e alcune opere dell’illustratore fantasy Arthur Rackham, ma ci vollero oltre un anno di preparazione e sei mesi di post-produzione per riuscire a ottenere il risultato finale. E chissà se avrebbero potuto essere meno se Del Toro avesse abdicato ai suoi principi e avesse accettato le pressioni dei produttori di Hollywood, sostanzialmente volte a farne un film in inglese. L'unico americano sul set fu, alla fine, Doug Jones, costretto a imparare a memoria le battute - sue e della piccola controparte - in spagnolo. È lui a dare vita all'Uomo Pallido (che face sobbalzare persino Stephen King, al fianco di un entusiasta Del Toro in una speciale visione privata), dal quale vennero poi rimosse digitalmente le gambe dell'attore, utilizzate per i movimenti della creatura grazie a un sistema speciale inventato dal regista. E dalle narici del quale Jones era costretto a guardare fuori per capire cosa stesse succedendo…

Perché vederlo. Per la forza delle immagini e la capacità di Guillermo del Toro di rendere reali le proprie fantasie, mai banali. Un mondo dove la bugia e il dolore non hanno significato, il racconto di una attesa oltre ogni confine umano e un percorso a ostacoli dal finale commovente sono le colonne di una storia che - per una volta 'a ragione' - non possiamo non definire "visionaria". Davvero unica, per eleganza visiva e realtà rappresentata, magnifica e inquietante nel suo crescendo e nelle descrizioni delle singole scene, nelle quali si alternano stili diversi a seconda del piano narrativo. Il vero capolavoro del regista messicano (che avrebbe dovuto girarlo prima ancora del Cronos d'esordio), dopo gli inizi fantastici e le ultime prove hollywoodiane.



La scena da antologia. Probabilmente il momento che tutti ricordano è quello dell'incontro-scontro di Ofelia con l'Uomo Pallido, la creatura ideata da Sergio Sandoval e David Marti e posta a guardia del Labirinto e dei suoi segreti dal Fauno. La tavola imbandita, il senso di pericolo imminente e di eccitazione nella scoperta di un mondo tanto fantastico e la responsabilità della missione si mescolano alla realtà sognata e quella patita, come la fame che spinge la piccola Ofelia a rischiare la vita nella sua ricerca del padre.

I Premi. Sei nomination e tre successi (Migliore fotografia a Guillermo Navarro, Migliore scenografia a Eugenio Caballero e Pilar Revuelta, Miglior trucco a David Martì e Montse Ribé) ai Premi Oscar segnano la consacrazione del film, che comunque fu in grado di 'conquistare il Mondo' e una serie infinita di nomination. Oltre a questo, vanno ricordati il Satellite Award per il Miglior film d'animazione o a tecnica mista, il trionfo agli Arial messicani (con 8 vittorie), ai Goya (7) e al Fantasporto, i tre BAFTA (per Miglior film non in lingua inglese, trucco e costumi), l'Empire Award come Miglior fantasy, l'Independent Spirit Award alla fotografia di Guillermo Navarro, il Premio Hugo per la Miglior rappresentazione drammatica e i Saturn Award al Miglior film internazionale e alla Miglior attrice emergente (Ivana Baquero).

Dove e quando. Alle 23.25 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 14 della piattaforma satellitare TivùSat.