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Sorriso d'argento

Arrivano su Disney Channel i nuovi episodi di "Sorriso d'argento", serie animata che esce dai tipici cliché Disney. A partire dal 5 aprile.

sorriso d'argento

19.05.2009 - Autore: Francesca Fornario
Lo spunto era eccellente: un’adolescente che si vergogna di portare l’apparecchio e poi lo scopre dotato di poteri magici, con i quali aiutare i compagni in difficoltà. Con queste premesse, ”Sorriso d’argento” - ”Braceface” in madre patria - rappresentava per la Disney l’occasione per rinnovare il modello della favola etica senza bisogno di tirare in ballo modelli superati come la formica e la cicala di Esopo. Ecco ora i nuovi episodi della serie, a partire dal 5 aprile, in onda dal lunedì al venerdì su Disney Channel alle 16.30.   Sharon, ribattezzata ”Sorriso d’argento” dalla perfidia dei compagni di scuola, è una ragazzina come molte di quelle che affollano l’uscita della scuola: jeans al polpaccio e scarpe da ginnastica molleggiate, zainetto e gridolini striduli e tutto quello che serve a farne un modello in cui identificarsi.   L’impressione è però che la serie abbia finito, in parte, per cedere ai ricatti della concorrenza sboccata, quella dei cartoni che – legittimamente – badano più all’audience che alla funzione pedagogica.   La serie ideata da Melissa Clark e prodotta da Alicia Silverstone (anche voce di Sharon in lingua originale) per la Nelvana, ha fortemente attinto ai cliché delle soap per teenager, condite di invidie feroci tra amiche-rivali e faide insanabili tra belli e brutti, sicuri e insicuri, con tanto di ragazzina acida che disprezza l’amichetta cinese per i suoi occhi a mandorla.   Tutto il resto concorre a svecchiare la formula fanciullesca delle serie storiche, a cominciare dalla grafica, quella evoluta e spigolosa degli ultimi lavori, con i personaggi costruiti sul modello degli esseri umani e non più sulla rassicurante ossatura della linea ad ”o” di Topolino & co.   La storia attinge a modelli adulti: la voce fuoricampo di Sharon racconta gli accadimenti passati, ripercorrendoli come in un diario segreto. Persino l’animazione si disciplina sacrificando gli eccessi che sono da sempre la caratteristica – e il fascino – dei cartoni e ricalca modelli più realistici.   I protagonisti di ”Sorriso d’Argento” non strabuzzano gli occhi fuori dalle orbite ma piangono lacrime che sembrano vere e arrossiscono come i loro coetanei in carne ed ossa. Non indossano improbabili cappellini che nessuno si sognerebbe di esibire al di fuori di una serie animata ma vestono troppo alla moda come tutti gli adolescenti fanno (o vorrebbero), equipaggiati di ogni sorta di cellulare e videogioco.   In questo serio riflesso della realtà, si è un po’ perso lo spunto originale dei poteri magici – la magia che è in ognuno di noi – come arma per esorcizzare le difficoltà della vita. Inevitabile il confronto con l’altra adolescente cult della tv animata, l’occhialuta Daria, l’anti-Sharon di Mtv che affronta l’età critica con una dose di auto-ironia e senza l’aiuto di poteri magici.
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